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BORGARO – Ricordare le vittime del lavoro. Anche a Natale

L’albero della sicurezza, inaugurato oggi, sabato 17 dicembre, ed ideato dall’artista Francesco Sbolzani, starà lì, a ricordare tutte queste persone e come monito perché l’attenzione sul tema non venga mai meno

BORGARO – L’albero della sicurezza, inaugurato questa mattina, sabato 17 dicembre, in piazzale Cln, tra via Italia e via Settimo, ha avuto tre meriti fondamentali. Il primo, scontato, tenere alta l’attenzione, anche in un momento ricco di distrazioni come quello natalizio, sulle morti sul lavoro. E poi demolire quel modo, odioso, di definire le morti sul lavoro come “morti bianche”. «Questo termine viene impiegato per indicare le morti dei neonati in culla. Quelle morti per cui non si sono responsabili – ha spiegato Rocco Pellegrino, della Camera del Lavoro – La situazione degli infortuni sul lavoro è diversa. Dietro ogni morto c’è il lavoro nero, c’è il mancato rispetto delle norme di sicurezza, c’è il ricatto: o accetti queste condizioni o non lavori. E capita che nei cantieri, quando un lavoratore in nero muore, sia portato lontano, per strada, per far finta che si tratti di un incidente stradale». In chiusura una nota che, per Torino e il torinese, è particolarmente dolorosa: « I responsabili della ThyssenKrupp, dove nel dicembre del 2007 si era verificato un incidente che aveva portato alla morte di sette operai, vivono tranquillamente in Germania, e non hanno mai fatto un giorno di carcere», ha sottolineato.

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Terzo merito, aver ricondotto il fenomeno delle morti sul lavoro nella giusta dimensione. Spesso, troppo spesso, si pensa che sia una cosa che non ci tocca da vicino. È andato a Dario De Vecchis, Presidente Anpi (una delle promotrici dell’iniziativa assieme alla parrocchia e al Movimento dei lavoratori di Azione Cattolica, il tutto con il patrocinio del Comune di Borgaro) snocciolare un, purtroppo, lungo elenco di infortuni sul lavoro che solo negli ultimi anni hanno toccato il territorio borgarese: chi morto folgorato per una scarica elettrica, chi schiacciato da una cancellata, chi ucciso per le ustioni riportate dopo essere precipitato in una vasca di un liquido bollente, chi finito in prognosi riservata dopo che una scintilla gli aveva incendiato gli abiti. E, un tragico giorno del luglio 2015, due infortuni mortali, ad un’ora, e a un chilometro, di distanza l’uno dall’altro. E poi la testimonianza, commossa e commovente, di Erika, borgarese, un cui padre ha perso la vita nel novembre 1999, travolto da una lastra di vetro sul luogo di lavoro.

L’albero della sicurezza, ideato dall’artista Francesco Sbolzani, starà lì, a ricordare tutte queste persone e come monito perché l’attenzione sul tema non venga mai meno: «Serve l’impegno di tutti, tutti i giorni, per contrastare questa situazione – ha commentato l’assessore Eugenio Bertuol – Grazie a tutte le associazioni e a tutti i soggetti che ci hanno permesso di ricordare, in questo momento, questo fenomeno».

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