CASELLE – I libri non si raccontano. Bisogna leggerli. Specialmente se, per dirla alla Baracco, sono equilibrati e onesti, e alla portata anche dei non addetti ai lavori. O, per dirla alla Marsaglia, se aiutano a colmare quelle lacune lasciate, per chi ha qualche anno in più, dalla scuola, dal momento che spesso i programmi di storia non riuscivano ad arrivare alle vicende connesse alla Seconda Guerra Mondiale.
“Il collasso di una democrazia”, scritto dall’onorevole Federico Fornaro, è stato presentato ieri mattina, sabato 22 ottobre, in sala consigliare, grazie all’iniziativa di “Progetto Caselle 2027”, col Consigliere Endrio Milano nel ruolo di padrone di casa, il Sindaco Giuseppe Marsaglia e il Consigliere Luca Baracco; Claudio Anselmo, storico e segretario della Società Storica Chivassese, e Jessica Coffaro a moderare il dibattito e dirimere il traffico degli interventi.
Il nocciolo del libro ruota attorno ad un punto cardine: alle elezioni del 1919 il partito fascista aveva ottenuto il 2,5 per cento dei seggi. Mussolini, politicamente, era un uomo morto. Nel novembre 1922, dopo la marcia su Roma, in Parlamento annunciava: «Potevo sciogliere la Camera, ho deciso di non farlo. Non mi costringete a farlo», conquistando il potere con poco meno di quaranta deputati sugli oltre 530 presenti. Tutti, insomma, si svolge in quei tre anni che separano la morte, politica, dalla risurrezione (sempre politica). E sono molti i fattori che hanno portato a questo miracolo (compreso il fatto, per dirla sempre alla Marsaglia, che quando una categoria non si sente più rappresentata vota chi racconta la favola più bella): la crisi; le conseguenze della Prima Guerra Mondiale; la mancanza di altri punti di riferimento; la scelta del re di non impedire, manu militari, la marcia su Roma; gli errori di sottovalutazione e l’atteggiamento ambiguo da parte delle altre forze politiche e della chiesa, e poi il collasso della democrazia, incapace di reagire a quanto stava accadendo.
«In realtà, dopo tanti anni, non abbiamo ancora fatto i conti col fascismo – ha spiegato Fornaro – Per esempio tutti sanno dov’è sepolto Mussolini, ma non tutti sanno dov’è sepolto Giacomo Matteotti. Se quei conti li avessimo fatti, non ci sarebbero cerimonie a ricordo e commercio di gadget di Mussolini, ma di Matteotti». E per ultimo: quanto accaduto si potrebbe ancora ripetere? «Credo che quanto sta accadendo non debba essere sottovalutato. Ma neppure sopravvalutato», ha ribadito.
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