CASELLE – Il prossimo sindaco di Caselle lo sceglieranno i cittadini alle elezioni del 12 giugno prossimo. Se, però, si potesse dare un premio per l’originalità della presentazione della propria lista, quel premio andrebbe molto probabilmente a Endrio Milano.
Perché una presentazione introdotta non da un politico ma da un musicista come Franco Romanelli che vede sul palco la presenza non di esponenti dei partiti, ma di un gruppo musicale come i “SineSocks duo”; nel corso della quale il candidato sindaco si presenta in maniche di camicia, introdotto dall’indimenticabile “Somebody to love” dei Jefferson Airplane, e l’unico accenno a Roma non è alla politica nazionale ma alle “Vacanze romane” dei Matia Bazar, mirabilmente interpretata da Raluca Nicolau, una delle “Voci Perigolose”, insomma, non la si vede spesso.
Ma per quanto leggero e musicale, l’incontro di sabato sera in sala “Fratelli Cervi” è stato comunque un appuntamento elettorale: sul palco, uno dopo l’altro, sono saliti gli uomini e le donne della lista “Progetto Caselle 2027”, a partire dalla candidata a vicesindaco Jessica Coffaro seguita dagli altri componenti della squadra Dario Pidello, Maria Balici, Andrea Buri, Domenica Benedetto, Elisa Lio, Pasquale De Carlo, Antonella Pariani, Giuseppina Ponzetto, Mihai Trufin, Fulvio Vigorelli, Mario Zavatteri e Mauro Esposito.
Assenti giustificati Gilberto Ferraresi (impegnato a Rimini all’adunata degli alpini) e Giulia Sabatino. «Ci sono concrete possibilità di vincere – ha commentato Endrio Milano – Si respira in città voglia di cambiamento, e dobbiamo essere capaci di intercettare questa voglia, dobbiamo essere capaci di spiegare le nostre ragioni e chiedere il voto ai casellesi». Un voto, per dirla alla Milano, per fermare il decadimento della città iniziato con il sindaco Marsaglia e proseguito fino a giorni nostri: «Per rompere quel “Sistema Caselle” – ha aggiunto il candidato sindaco – che si sta trascinando da troppo tempo. Un esempio? Caselle vanta un cittadino come Mauro Esposito, testimone di giustizia.
Ma, siccome non è gradito al “sistema”, non solo non ha mai avuto alcun riconoscimento ma, anzi, spesso è stato dipinto come un “pentito” e non come una persona che si è opposta, con coraggio, alla ‘Ndrangheta, rimettendoci del suo. La nostra è una squadra capace, motivata. Al suo interno ci sono molte donne e anche dei “nuovi italiani”, che hanno voglia di rimboccarsi le maniche e fare qualcosa per cambiare la città in cui vivono».
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