IVREA– Sono stati presentati oggi i dati relativi all’andamento del lavoro e delle imprese elaborati da Agenzia Piemonte Lavoro, Camera di commercio di Torino e Confindustria Canavese con l’obiettivo di fornire una fotografia il più esaustiva possibile sullo stato di salute delle imprese e sull’andamento del lavoro nel territorio del Canavese. La lettura complessiva dei dati elaborati dagli enti che hanno partecipato all’analisi denota un clima mediamente di prudenza con la presenza di alcuni indicatori che sembrano rafforzarsi e che permettono di guardare al futuro con misurato ottimismo.
“L’industria europea e italiana sta attraversando una fase particolarmente delicata; gli indicatori congiunturali nazionali a marzo hanno confermato il netto indebolimento della nostra economia, il conflitto in Ucraina ha amplificato i rincari di energia e di altre commodity, ha accresciuto la scarsità di materiali, l’incertezza e, più in generale, ha accentuato l’incidenza dei fattori che ostacolavano l’attività economica e produttiva italiana, già prima della guerra”, dichiara Cristina Ghiringhello, direttore di Confindustria Canavese. “Nonostante le tante criticità in atto, in Canavese si respira un clima di misurato ottimismo, segno che le imprese canavesane sono fortemente determinate a lasciare alle proprie spalle la drammatica fase economica che ha caratterizzato gli ultimi due anni. I dati relativi al nostro territorio per l’anno 2021 sono stati indubbiamente positivi e quelli per i prossimi mesi presentano alcuni segnali incoraggianti, segno che ancora una volta le imprese canavesane stanno dando prova di grande carattere e di forza di volontà, a partire dalla scelta di continuare a investire”.
“Nel canavese contiamo oltre 33mila sedi di impresa, in leggero aumento nell’ultimo anno, ma in contrazione se si guarda complessivamente all’ultimo decennio – Guido Bolatto, Segretario Generale della Camera di commercio di Torino. – La crescita ha riguardato soprattutto i servizi prevalentemente orientati alle imprese e le costruzioni, a fronte di un arretramento dell’industria manifatturiera. Le maggiori opportunità di lavoro sono comunque sempre create dalle imprese, con quasi il 75% dei rapporti di lavoro attivati”.
“La capacità analitica che ha sviluppato negli anni Agenzia Piemonte Lavoro ci permette di fotografare con grande precisione i fabbisogni territoriali che caratterizzano i singoli bacini piemontesi: la possibilità, poi, di incrociare le nostre banche dati con quelle di Camera di commercio, conferisce ulteriore precisione alle analisi e avvalora la possibilità di interpretare correttamente le necessità delle singole realtà, come nel caso del canavese”, commenta Federica Deyme, direttrice Agenzia Piemonte Lavoro.
GLI INDICATORI SOCIO ECONOMICI DEL CANAVESE
Il sistema imprenditoriale
L’area oggetto di analisi della presentazione è il territorio composto dai 158 comuni di riferimento per Confindustria canavese e che corrisponde a una definizione, in senso estensivo, del Canavese e riconducibile a 5 delle 11 Zone Omogenee della Città metropolitana di Torino (Eporediese, Canavese occidentale, Ciriacese, Chivassese, AMT Nord1).
Sul territorio del Canavese risiedono 364.012 abitanti, che rappresentano il 16,4% della popolazione della Città metropolitana di Torino. Il 6,7% della popolazione del territorio è di origine straniera.
Secondo i dati della Camera di commercio di Torino, sul territorio del Canavese sono insediate 33.032 sedi d’impresa (il 14,8% del torinese), alle quali si aggiungono 7.936 unità locali (il 15,4%). La struttura imprenditoriale è costituita essenzialmente da micro imprese che rappresentano il 95,9% del totale, seguite dalle piccole, il 3,5%, e dalle medie e grandi, lo 0,6%. Gli addetti complessivi riferibili a tutte le localizzazioni d’impresa (comprese le unità locali situate in altre province e regioni italiane) sono poco più di 111.0002.
Dopo anni di contrazione, nel corso dell’ultimo anno le sedi d’impresa sono aumentate del +0,9% mentre, se consideriamo l’ultimo decennio, la variazione di stock registrata è pari al -8,9%. Nel 2021, crescono anche le unità locali (+1,0%), in particolar modo quelle con sede fuori provincia, per le quali si rileva un +3,1%.
L’andamento dei flussi di iscrizioni e cessazioni d’impresa è stato caratterizzato da un aumento delle nuove iscrizioni (1.908 rispetto alle 1.568 del 2020) e un contestuale calo delle cessazioni (passate da 1.828 a 1.563).
La dinamica appena descritta si riflette sui tassi di natalità e mortalità, rispettivamente pari al 5,83% e al 4,77%, restituendo, dopo dieci anni, un tasso di crescita di segno positivo (+1,05%).
Prendendo in esame i primi dieci comuni del Canavese per presenza di sedi d’impresa (dove si concentrano il 43% delle imprese totali), si evidenzia come nel 2021 tutti i tassi di crescita siano positivi, con risultati migliori per Ciriè e Caluso.
Un’analisi delle imprese del territorio per forma giuridica rivela una presenza predominante di imprese individuali (il 64,3% rispetto al 53,4% della CMTO), seguite dalle società di persone (il 19,9% a fronte del 22,6% torinese), mentre le società di capitale sono ancora poco consistenti (l’13,9% contro il 21,9% provinciale). Tuttavia, sono proprio le società di capitale a registrare il miglior tasso di crescita rispetto al 2020: +2,9%, a fronte del +1,3% delle imprese individuali e del -1,1% delle società di persone.
La fotografia per attività economiche mostra come sia il commercio (il 22,6%) il settore dominante seguito dai servizi prevalentemente orientati alle imprese (il 18,3%) e si evidenzia, rispetto al dato provinciale, una maggiore incidenza delle costruzioni (il 18,2% a fronte del 15,3% della CMTO), dell’agricoltura (il 12,6% contro il 5,3%), e dell’industria (l’11,5% verso il 9,1%). E’ l’industria manifatturiera a registrare, nel 2021, una variazione di stock negativa (-1,1%), accompagnato dalla lieve diminuzione dei servizi di alloggio e ristorazione (-0,5%); in aumento tutti gli altri comparti, in particolare i servizi prevalentemente orientati alle imprese (+2,5%) e l’edilizia (+2,3%), che ha goduto nell’anno dei bonus governativi.
Il mercato del lavoro
Anche quest’anno, accanto all’analisi della natimortalità imprenditoriale è stato realizzato un focus dedicato al mercato del lavoro e all’attivazione di nuovi rapporti di lavoro all’interno dell’area. L’approfondimento è stato reso possibile dalla collaborazione avviata nel 2020 fra Camera di commercio di Torino e Agenzia Piemonte Lavoro, con l’obiettivo di incrociare gli elenchi di imprese attive sul territorio estratti dal Registro Imprese della Camera di commercio di Torino e l’insieme generale dei rapporti di lavoro attivati con luogo di lavoro nel bacino di riferimento. L’obiettivo è comprendere come e quanto il sistema imprenditoriale abbia movimentato il mercato del lavoro nel corso dell’ultimo anno e quale sia nel tempo la sua dinamica.
Nel 2021 le localizzazioni d’impresa che hanno attivato nuovi rapporti di lavoro sono state 6.592 (rispetto alle 6.267 del 2020 e alle 6.742 del 2019) e hanno attivato 33.293 contratti di lavoro (meno sia del 2020 sia del 2019, in cui erano stati rispettivamente 34.426 e 37.928).
In termini percentuali, nel 2021 sale, rispetto al biennio precedente, il peso dei RdL attivati dalle imprese su quanti dichiarati in totale (il 74,8% a fronte del 70,1% del 2020 e al 72,2% del 2019) mentre il rapporto fra le localizzazioni che hanno attivato nuovi contratti di lavoro sul totale delle localizzazioni attive sul territorio, il 17,7%, risulta migliore del 2020 (16,0%) ma peggiore del 2019 (il 18,2%).
I settori dove confluisce la maggioranza di queste imprese sono l’industria manifatturiera e il commercio, seguiti dai servizi prevalentemente orientati alle imprese e dal turismo (servizi di alloggio e ristorazione).
Esclusivamente per l’anno 2021 inoltre l’analisi è stata integrata, in via sperimentale e con la medesima metodologia di elaborazione, con la lettura dei dati relativi alle cessazioni dei rapporti di lavoro: le localizzazioni di impresa che hanno cessato rapporti di lavoro sono state 6.502 (il 17,4% sul totale delle localizzazioni attive sul territorio) con un volume di cessazioni contrattuali pari a 33.169 (il 77,0% sul totale dei rapporti di lavoro cessati).
Per approfondire le dinamiche del mercato del lavoro locale, inoltre, l’analisi illustra la domanda di lavoro in termini di persone interessate da almeno un movimento contrattuale, un’attivazione e/o una cessazione di rapporto di lavoro.
La totalità delle persone interessate da almeno un contratto di lavoro nel 2021 conta 33.264 (-0,6% rispetto al 2020 e -5,1% rispetto al 2019) che hanno sottoscritto 44.536 contratti (-9,3% rispetto al 2020 e -15,2% rispetto al 2019). Cambia la configurazione della consistenza contrattuale: infatti, la media pro-capite di contratti attivati nel 2021 scende a 1,34 contratti rispetto a 1,49 di quelli del 2019 e 1,46 del 2020.
I Centri per l’Impiego
A completamento della panoramica del mercato del lavoro locale, viene presa in esame l’offerta di lavoro, espressa attraverso l’indicatore della disoccupazione amministrativa ai sensi dell’Art. 19 del Dlgs 150/2015 dei bacini dei Centri per l’Impiego di Ciriè, Cuorgné, Chivasso e Ivrea che nel 2021 contano un flusso di persone con Dichiarazione di Immediata Disponibilità di 15.240 (-18,0% rispetto al 2019 e -1,5% rispetto al 2020). Di questi 13.041 hanno proseguito il percorso di ricerca attiva del lavoro sottoscrivendo il Patto di Servizio, ai sensi dell’Art. 20 del medesimo Dlgs, porta di accesso che agevola l’analisi dei servizi offerti dai Centri per l’Impiego sia alle persone in cerca di occupazione sia alle imprese, attraverso attività di scouting, preselezione e incrocio domanda offerta. Per esempio, al Centro per l’Impiego di Ivrea nel 2021 conta 1.563 servizi erogati alle imprese (+91,5% rispetto al 2019 e +104,0% rispetto al 2020) e 24.761 servizi alla persona (+46,2% nel 2021 rispetto al 2020)3
L’Indagine Congiunturale dell’industria e dei servizi del Canavese
L’ultima indagine congiunturale elaborata da Confindustria Canavese per il trimestre aprile-giugno 2022 evidenzia una situazione parzialmente in miglioramento rispetto al Trimestre precedente e più in generale rispetto agli andamenti dell’anno 2021. Pu permanendo elementi di criticità acuitisi con il conflitto in Ucraina (i costi e la scarsità delle materie prime, il rincaro delle commodity energetiche, l’aumento dei costi legati all’esportazione, ai tempi di consegna e le difficoltà del reperimento della manodopera), il quadro congiunturale resta positivo con dati migliori della media del Piemonte. Positive in particolare le previsioni per Produzione e Ordini totali, mentre sono lievemente inferiori quelle relative a Export e Occupazione. È negativa, invece la previsione sulla Redditività, proprio a causa di questa fase di amenti dei costi.
La valutazione consuntiva dell’anno 2021 evidenzia una forte ripresa dell’attività economica rispetto al 2020, come peraltro avvenuto in tutto il territorio nazionale. In particolare, per quanto riguarda il Canavese, la crescita del Fatturato rispetto all’anno precedente ha riguardato il 71% delle Imprese e l’82% delle stesse avrà Bilancio 2021 in utile. Oltre il 40% delle Aziende poi ha incrementano nello scorso anno i propri Investimenti, mentre unico dato in controtendenza e di segno negativo è l’incremento dell’indebitamento nell’anno appena per poco più di un quarto delle Imprese.
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