RIVAROLO CANAVESE – Gli studenti dell’IIS “A.Moro” sono usciti dalle aule oggi, venerdì 4 marzo 2022, per ripudiare la guerra.
Tutti seduti in cortile, hanno ascoltato con interesse, i rappresentanti di Istituto e i docenti parlare.
“Per impedire una guerra occorre prendere una posizione, – ha dichiarato Gioele Tarsia, Rappresentante di Istituto – ciascuno deve essere disposto a rinunciare qualcosa pur di mantenere la pace, per questo si scende in piazza a milioni, perché i leader sappiano di dover fare attenzione, perchè noi la guerra non la vogliamo. Anche le dittature oppressive hanno bisogno del consenso popolare. Però, perchè si formi una coscienza ad essere cittadini attivi, bisogna che la gente venga educata. Dove? Nelle scuole. La pace e la qualità della democrazia dipende dal funzionamento delle scuole. La scuola avrebbe bisogno di tante riforme e risorse, dovrebbe essere la priorità per questo Paese,ma, invece di investire nel futuro, si investe su ciò che lo distrugge. Noi siamo la generazione che affronterà la crisi climatica, motivo per il quale qualsiasi conflitto dovrebbe cessare, perché c’è bisogno della cooperazione di tutti ed è urgente. Siamo qua per prenderci la responsabilità e salvare il nostro futuro.”
Tra i docenti è intervenuto Antonio Rinaldis con un discorso che, a suo dire, vent’anni fa non avrebbe mai pensato di pronunciare:
“Siamo pacifisti – ha detto Rinaldis – ma io mi chiedo: di fronte ad una guerra che secondo me la Russia l’ha dichiarata non solo all’Ucraina, ma al nostro mondo, all’Europa e ai nostri valori che sono quelli della libertà, della democrazia. Perchè è chiaro qual è il progetto di Putin; è un progetto autocratico, imperialista, un progetto che mina e che vuole affossare i valori sui quali la nostra società si è costruita, perché nessuno di noi vorrebbe vivere nella Russia di Putin, neanche quelli che provano simpatia per questo signore. Attenzione perché questa guerra ci riguarda tutti, anche perché noi siamo nemici per Putin. Allora cosa significa essere pacifisti nei confronti di un avversario che ha deciso che la nostra vita non va bene? È una guerra pericolosa. Noi non sappiamo cosa c’è dietro, allora cosa vuol dire essere pacifisti di fronte a questo disegno che mette volutamente uno contro l’altro due mondi, quello orientale della Russia e quello occidentale. Oggi non si può essere pacifisti, comunque in maniera ideologica. Albert Camus scriveva alla fine della seconda Guerra Mondiale che ci sono dei momenti in cui il pacifismo non regge perché non fa i conti con la realtà. Non vuol dire astenersi, stare a guardare o produrre solo un sentimento di sostegno. Non basta, se non si capisce cosa c’è in gioco. C’è un pacifismo attivo, non ideologico, e si esprime combattendo contro i tiranni, contro i violenti. Non abbiamo alternative. Il popolo ucraino ci sta chiedendo di aiutarlo e non possiamo ignorarlo. Non sto facendo un discorso guerrafondaio, ma aiutare gli ucraini con le armi significa fare la stessa cosa che è accaduta con i partigiani. Perchè anche i partigiani sono stati aiutati con le armi, perché altrimenti sarebbe stato difficile arrivare alla liberazione.
Questa è una guerra per i nostri valori: libertà, democrazia e indipendenza. La storia ci deve insegnare qualcosa: la democrazia e la libertà non si difendono da sole.”