RIVAROLO CANAVESE – “Noi siamo qui, ma il nostro cuore è con le nostre famiglie, con la nostra terra. Non sapere cosa accadrà, se si arriverà a domani, vedere distrutto tutto ciò che si è costruito è tremendo.” Sono le parole pronunciate con la voce rotta dalle lacrime, questa sera, mercoledì 2 marzo 2022, da Svitlana Pogybko, ucraina, in occasione del presidio “Canavese per la pace” che si è tenuto questa sera allo Spazio Elementare a Rivarolo Canavese, organizzato dall’Amministrazione Comunale.
Una grande partecipazione di rivarolesi e non, amministratori dei vari comuni del territorio, associazioni con gonfaloni e bambini delle scuole.
Ad aprire la manifestazione, condotta da Mauro Corneglio, è stato il Sindaco Alberto Rostagno:
“È emozionante vedere tanta gente riunita. Ero sicuro sapevo che rivarolesi, i canavesani avrebbero risposto positivamente a questo evento, ma non pensavo veramente che ci fosse così tanta, gente così tanti cittadini, così tanti giovani, così tanti bambini. Grazie, grazie veramente a tutti. È una serata importante per manifestare la nostra solidarietà ai cittadini al popolo ucraino e per far sentire forte la nostra voce per dire no alla guerra e sì alla pace. Il vostro dolore è anche il nostro dolore; la vostra pace è la nostra pace. Questa sera siamo qui per dire no alla guerra, una guerra che non avremmo mai pensato potesse scoppiare. La vedevamo sempre in Paesi molto lontani da noi, mai pensavamo che una guerra potesse scoppiare in Europa. Il Canavese, come tutto il resto del mondo, vuole la pace.”
Sul piccolo palco si sono succeduti diversi interventi. A partire dai bambini della scuola primaria che hanno letto i messaggi riportati sui loro cartelli. Presente anche il sacerdote ortodosso, Pope Alessandro che ha dichiarato: “Siamo vicini alla comunità ucraina. Questa guerra è un grande dolore. Come sacerdote e uomo di fede devo dire che attraverso la fede si può ricominciare, ricordandoci che siamo fratelli. Ieri è partita da Roma il primo treno della nostra diocesi insieme alla Croce Rossa per portare soccorso. Nella nostra parrocchia stiamo facendo una raccolta per aiutare il popolo ucraino, se volete unirvi a noi oppure se avete delle iniziative siamo pronti ad unirci a voi.”
E ancora si sono succeduti gli interventi degli scout e dell’Anpi, precisamente di Gabriella Meaglia.
Dai più piccoli ai più grandi. Non soltanto i bambini della scuola, ma presenti anche gli studenti dell’ISS Moro e SS. Annunziata.
“Ho quasi 19 anni – ha esordito Gioele Tarsia, rappresentante d’istituto del Moro – Mi sorprendo a pensare perché non è cambiato nulla da quando, in prima liceo, passeggiavo per i corridoi della scuola e vedevo i ragazzi di quinta che mi guardavano dall’alto in basso. Ancora adesso passeggio per i corridoi della scuola e vedo i ragazzi di prima che mi guardano dall’alto in basso, questo per dire che mi sento ancora piccolo, ingenuo, e che ignoro quale sia il mondo dei grandi ma pochi giorni fa il governo ucraino ha pubblicato la foto di due soldati russi fatti prigionieri uno dei quali aveva 19 anni. La mia età. Il governo italiano ha mobilitato centinaia di soldati italiani in Europa ed io penso al mio amico Pietro che ha qualche anno più di me e che vuole fare militare. La settimana scorsa il presidente ucraino ha disposto una mobilitazione generale di tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni, per quanto ci sia di uomo in un ragazzo della mia età. Mi chiedo come sarebbe per me ed i miei amici salutare il nostro compagno di classe con cui abbiamo condiviso i banchi per 5 anni sapendo che non ci si ritroverà mai più tutti assieme. Quanti ragazzi nello stesso momento in cui tra di noi ci abbracciamo, si stringono con un fucile. I miliardi investiti nelle armi crescono di anno in anno anche nel nostro Paese: non era meglio spenderli nella nostra istruzione tutti questi soldi?! Non bastava distruggere le foreste, inquinare i mari, incendiare l’atmosfera era davvero necessario organizzare la morte di altri esseri umani?”
A chiudere la manifestazione tanti lumini accesi, depositati sul piccolo palco, a simboleggiare l’unione per la pace.
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