Ho la fortuna e il piacere di intervistare uno straordinario Chirurgo che fa sentire le donne al sicuro, considerando che non è semplice accettare la malattia e molto dipende dalla bravura di chi ci segue e poi dalla capacità di infondere coraggio e tranquillità, doti che il Professor Vergine possiede in abbondanza.
Ogni anno in italia si contano circa 50000 nuovi casi di tumore della mammella trattandosi del tumore più frequente nel sesso femminile. Fortunatamente, però, sono in aumento le guarigioni e il tasso di sopravvivenza a 5 anni che ha raggiunto orma circa il 90%.
A cosa sono dovuti questi successi?
“Sicuramente lo screening mammografico che attuano le Regioni sulle fascie di età più a rischio (50-70 anni ) e l’introduzione di apparecchiature diagnostiche più innovative danno la possibilità di scoprire tumori nelle fasi precoci.
Sappiamo infatti che se scoperti nelle prime fasi e curati i tumori della mammella hanno un altissima possibilità di guarigione , infatti la sopravvivenza a 5 anni è di circa il 98%.”
Quindi la prevenzione è un arma indispensabile in questi casi?
“Assolutamente sì. Praticare l’autopalpazione e, a seguire, programmi di prevenzione tramite le indagini strumentali quali ecografia mammaria e mammografia, le visite senologiche sono le armi migliori per arrivare ad una diagnosi precoce in quanto, in questa fase, è possibile trattare il tumore con terapie meno aggressive e tecniche chirurgiche conservative che non comportano danni estetici per la donna.”
Cosa ancora bisogna tener conto per una buona prevenzione dei tumori alla mammella?
“Sicuramente uno stile di vita sano: moderare gli alcolici e superalcolici, evitare il fumo di sigaretta, praticare un po’ di sport, inoltre evitare il sovrappeso e seguire una buona alimentazione ricca di frutta e verdura, cereali integrali, legumi.”
Per quanto riguarda invece i tumori ereditari ?
“Sappiamo che il 5% circa dei tumori al seno è dovuto ad una predisposizione ereditaria. Variazioni di alcuni geni quali il BRCA1 e il BRCA2 rendono le donne più vulnerabili a contrarre il carcinoma mammario. Donne che hanno queste mutazioni avranno in media il 40% di possibilità di essere colpite dal tumore della mammella e dell’ovaio nell’arco della propria vita.”
Nella sua esperienza di chirurgo senologo, cosa prova una donna al momento della diagnosi di un tumore alla mammella?
“Dare la notizia è un momento delicato in quanto la donna, pur sospettando, talvolta spera sempre che il destino non l’abbia colpita. Improvvisamente passa dalla condizione di normalità ad un altro che improvvisamente rappresenta una malattia interrompendo tutte le sue aspettative di vita e i suoi sogni. In quel preciso istante sembra allontanarsi dalla nostra attenzione e pensa in pochi secondi alle sue condizioni di donna, madre, i figli, il marito e il lavoro. Poi improvvisamente riporta l’attenzione sul medico.
Proprio in questo momento bisogna mettersi a disposizione della paziente in quanto bisogna condividere il trauma psicologico della notizia. La comunicazione con la paziente proprio in questo momento è molto importante perché bisogna sempre scegliere il linguaggio che sia semplice da capire.evitando termini tecnici in quel momento difficili da comprendere e cercare di cancellare qualsiasi incertezza e dando coraggio e speranza. Gestire bene questo momento significa costruire un legame destinato a durare per sempre con la paziente.”
Quindi bisogna essere anche un po’ psicologi?
“Secondo me non è tanto essere psicologi quanto il dimostrare invece molta umanità nei confronti delle pazienti. Un informazione chiara e una buona interazione sono componenti essenziali per ridurre ansie, paure e preparare il campo ad una guarigione.
Molto importante è la fase di ascolto, in quanto l’esperienza prova che in questi momenti si scatenano tante emozioni, quali rabbia confusione, disperazione, angoscia e voglia di lottare e superare la malattia. In pochi minuti ogni donna inizia la sua autobiografia che per noi diventa tesoro per instaurare il percorso da iniziare.”
Quindi cerca di instaurare sempre un rapporto di fiducia con la paziente?
“Lo ritengo indispensabile in quanto, se accetta di essere operata, si affida completamente al chirurgo, e credo che il mio impegno è quello di trasmetterle la certezza che, oltre all’atto chirurgico, sarà anche nel suo cuore e nella sua mente. Secondo me ogni donna è unica e non deve entrare poi a far parte di un semplice grafico.”
Quindi ogni paziente le lascia un ricordo?
“Credo che la nostra vita sia fatta di molti incontri. Nessuna paziente passa senza lasciarci un ricordo. Ognuna porta un valore aggiunto con la sua storia e la sua sofferenza ricordando sempre che, dietro ogni camice, c’è un essere umano con le sue debolezze e fragilità ma con l’obbligo di mettersi a disposizione di coloro che soffrono e aiutando le donne, nel mio caso, a lenire il dolore e guarire.”
Prof. Massimo Vergine
Direttore Unità Operativa della “Chirurgia della mammella”
Chirurgo senologo della Breast Unit
Policlinico Umberto I Roma
Mail massimo.vergine@uniroma1.it
