RIVAROLO CANAVESE – Una folla commossa all’ultimo saluto a Osvaldo Dighera, 74 anni e alla moglie, Liliana Heidempergher, 70 anni, che si è tenuto oggi, sabato 17 aprile, presso la Parrocchia di San Giacomo.
Due vite stroncate all’improvviso, spezzate alla serenità del loro quotidiano, della loro famiglia. Una cerimonia commossa e straziante per salutare Liliana, che ieri avrebbe compiuto 71 anni; una vita trascorsa ad insegnare agli scolari dell’Immacolata Concezione, felice con il suo Osvaldo, ancor più da quando la loro unica figlia, Francesca, aveva regalato la gioia di una nipotina. Amavano occuparsi di lei, fare i nonni a tempo pieno.
“Per me come una seconda mamma, – ha commentato un ex allievo, salito sul pulpito – amava vedere i bambini sempre felici.. quanti ricordi, qualche cena. Le spedivo le cartoline quando andavo lontano e lei quando mi incontrava mi ringraziava.”
“Ogni giorno non ci insegnava solo le materie scolastiche – ha aggiunto un altro – ma a ragionare. Ci abbracciavi sempre e quando ci incontravi per strada ci davi una carezza; sorridevi per i nostri traguardi . Cara maestra sei stata una madre un esempio, ti stimiamo tutti.”
Anche la figlia, Francesca, è salita sul pulpito per leggere una lettera rivolta ai genitori: “È una cosa per me troppo grande che va oltre allo stile di vita che avevamo e a tutto quello che mi avete insegnato: l’onestà, la serietà nell’affrontare qualsiasi cosa, il grande rispetto verso le cose e soprattutto verso il prossimo. Avete sempre dimostrato di saper ascoltare gli altri porgendo sempre una mano in qualunque momento di bisogno.
Tu mamma con il tuo ruolo di maestra elementare hai aiutato a crescere molti bambini e loro una volta diventati grandi hanno sempre continuato a manifestarti il loro affetto quando li incontravi per strada o quando venivano a trovarti a casa, un bel gruppetto, per farti una sorpresa. E questo dimostra che il tuo lavoro, scelto di fare fin da quando eri bambina, così mi raccontavi tu l’hai fatto nel migliore dei modi. Per te era il lavoro più bello di tutti. Tu papà eri una persona buona d’animo che per qualsiasi cosa c’eri. Non avevo ancora finito di fare una cosa che tu l’avevi già fatta. Negli anni, da quando sei andato in pensione, hai sempre aiutato il prossimo. Prima per un certo periodo di tempo i tuoi famigliari anziani, poi chiunque avesse bisogno. Lo facevi in maniera immediata e generosa. Per me siete stati dei genitori modello. Una coppia unita come non se ne vedono tante. E condividevate insieme a me qualsiasi cosa. Noi eravamo una cosa sola. Ci vedevamo e ci sentivamo tutti i giorni, più volte al giorno. Andavamo in vacanza insieme, a visitare i musei, mi avete trasmesso l’amore per l’arte e per al cultura. Ora tutte le vostre attenzioni erano rivolte a me, ad Ernesto e a nostra figlia Caterina. Quanto l’amavate. È arrivata tardi, perchè io non sono una mamma giovane. Ma per voi è stata una gioia immensa. A lei vi siete dedicati a tempo pieno quando io ero al lavoro. Per voi c’era lei, ma c’ero sempre anch’io, la vostra bambina. Questa prova che la vita ora mi ha presentato è e lo sarà nel mio futuro estremamente dura. Devo riorganizzare una vita intera. Devo indossare quando sono con Caterina a passeggio con lei una grande maschera per poter continuare a sorridere. Ma al momento dentro c’è solo un grande dolore e smarrimento. Mi sento persa, ma so che da lassù voi continuerete a proteggermi e a guidarmi nelle decisioni importanti della mia vita. Per ogni cosa penserò a voi e a come avremmo potuto affrontarle assieme.”
Una coppia tranquilla, gentili e generosi con tutti. L’accaduto ha lasciato la città sgomenta. Inutili le ipotesi di gelosia e invidia di Renzo Tarabella a giustificare un gesto di questa portata. Non ci sono giustificazioni, solo il dolore per queste due vite spezzate e il “mondo esploso sulla testa” dei loro famigliari.
Per domani l’Amministrazione Comunale ha dichiarato il lutto cittadino.