TORINO – È la notte di santo Stefano e un ragazzo poco più che ventenne, residente nel quartiere San Paolo, ha litigato con la sua fidanzata. Sono le 23, esce di casa correndo, dicendo ai genitori di volerla fare finista gettandosi sui binari della ferrovia che percorre via Tirreno. I familiari non riescono a trattenerlo e contattano immediatamente il 112 NUE per chiedere aiuto.
Una prima geolocalizzazione del telefono colloca il giovane nel vicino Parco Ruffini ma le ricerche delle pattuglie danno esito negativo. Gli agenti decidono di percorrere il tratto di ferrovia lungo via Tirreno, camminano per quasi due km ma del ragazzo nessuna traccia. Durante le ricerche incrociano la madre, anche lei alla ricerca del figlio, che riferisce agli agenti di aver ricevuto una chiamata dalla fidanzata.
La ragazza ha appena ricevuto un messaggio criptico dal giovane che le dice di trovarsi “Lì dove insieme a te ho passato una delle serate più felici della mia vita” e che sarebbe rimasto lì aspettandola, anche al costo di farsi morire di freddo.
È tardi, il ragazzo è uscito con solo una felpa e si trova fuori da oltre due ore con una temperatura sotto lo zero. Il fattore tempo diventa determinante così come il contributo della fidanzata nella ricerca. Lei è sotto shock e trova difficoltà a concentrarsi e indicare con certezza il luogo in cui l’ex potrebbe trovarsi: fornisce comunque 5 indirizzi.
Le pattuglie partono alla volta dei luoghi indicati, nel mentre chiamano la ragazza per ricevere aggiornamenti. Non ha più ricevuto messaggi, il telefono del giovane si riaccende per un momento, la madre lo capisce dalla chat, ma lui non risponde e subito dopo viene spento, troppo poco per essere geolocalizzato.
Prosegue la ricerca, la fidanzata continua a pensare ai luoghi significativi per la coppia e all’improvviso è certa: un parco in collina, è quello il luogo, il suo fidanzato è lì.
La volante Borgo Po setaccia il luogo indicato e, dopo circa 15 minuti, rintraccia il giovane, seduto su una panchina, al buio. È duramente provato, infreddolito e pallido, ha percorso ben 7 km a piedi in piena notte, senza giacca. Gli agenti lo scaldano con una coperta termica che hanno in auto e lo portano negli uffici del Commissariato di via Sabaudia, per somministrargli una bevanda calda, in attesa che arrivi il 118. Successivamente, gli operatori sanitari trasporteranno il ragazzo in ospedale per affidarlo alle cure dei medici.
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