CANAVESE – Il Sindaco di Ozegna sul nuovo ospedale: “Perchè ad Ivrea??”

Sergio Bartoli sottolinea che l'ex Montefibre è il posto meno indicato dove far nascere un ospedale, sia per scomodità, sia perchè non ha possibilità di ampliamento

CANAVESE – Il Sindaco di Ozegna, Sergio Bartoli, ha inviato ai media alcune riflessioni sulla realizzazione del nuovo ospedale.

“Dalle ultime dichiarazioni da parte di alcuni colleghi ed esponenti politici, apparse sui quotidiani locali, – dichiara Bartoli – sembrerebbe emergere la determinazione (ma verrebbe da dire “la costrizione”) di realizzare il futuro ospedale presso il Comune di Ivrea.

CANAVESE – Il Sindaco di Ozegna sul nuovo ospedale: “Perchè ad Ivrea??”

Oggi nel Canavese esistono tre ospedali Cuorgné, Ivrea e Castellamonte (escludendo quelli più marginali di Ciriè e Chivasso). Ivrea, città di 23mila abitanti che già possiede un ospedale, vedrebbe la realizzazione sul suo territorio di una seconda struttura. Perché? Ma, soprattutto, perché non in altre zone già individuate? Si consideri che la popolazione del territorio considerato (che afferirebbe al futuro ospedale unico) è stimata in 200mila (escludendo Ciriacese, Valli di Lanzo e Chivasso con l’area circostante). La prima domanda è, quindi, se ciò che si vuole realizzare davvero sia l’Ospedale Unico del Canavese, che serva all’intero territorio di riferimento o se sia soltanto il nuovo ospedale di Ivrea. Perché questa è una fondamentale differenza.”

“Sia ben chiaro – prosegue Bartoli – che non sto mettendo in atto una guerra tra zone, bande politiche o città. Insieme ad alcuni colleghi voglio solo sgombrare il campo da preconcetti e pregiudizi in modo da avviare una riflessione seria su quale sia davvero la migliore localizzazione per il territorio. Il primo concetto è la baricentricità. Ivrea non è baricentrica al territorio in quanto decisamente sposata verso la parte nord-est del Canavese. Ma non è neppure il problema maggiore, in quanto quello determinante è la fruibilità logistica ed i collegamenti. Ivrea ha una pessima viabilità, come tutti i locali conoscono, dove spesso e a seconda di dove si provenga si è obbligati ad attraversarne il centro. Inoltre per la realizzazione del nuovo ospedale è prevista un’area di circa quarantamila mq ed il sito individuato (Montefibre di Ivrea) è al limite degli spazi di costruzione.”

E aggiunge: “Sosteniamo fortemente di voler valutare altri siti, decisamente più interessanti, dislocati nelle seguenti aree: il polo ex Olivetti di Scarmagno che è di circa novecentomila mq, il polo industriale ex Pinifarina di circa centocinquantamila mq, area tra l’atro già urbanizzata e dismessa di San Giorgio Canavese, il sito degli ex ‘studios’ di Telecittà in San Giusto Canavese di circa quarantamila mq, l’area dell’ex-zoo di Montalenghe di circa centoventimila mq. Questi siti sono molto vicini a svariati Comuni, sono comodissimi all’uscita del casello autostradale A5 Torino/Aosta di Scarmagno e al nuovo casello autostradale uscita San Giorgio Canavese, sono tutti di grandi dimensioni (il che offrirebbe la possibilità di ampliamenti e sviluppi poiché i terreni utilizzabili appartengono a pochi o unici proprietari e sono già in vendita). San Giorgio/San Giusto sono aree già urbanizzate e dismesse, da riadattare, ma con tutti i servizi a disposizione. Dal punto di vista logistico queste località sono ottimali perché situate a ridosso dell’autostrada e di una grande arteria come la provinciale Caluso-Castellamonte che le collega alla zona dell’Alto Canavese, alla stazione ferroviaria della Torino-Ivrea-Aosta a soli 5 km da Caluso o a 10 km da quella di Rivarolo.”

“Il mio auspicio è che la Regione – dichiara il primo cittadino di Ozegna – prenda in considerazione tutti i siti nella valutazione del nuovo Ospedale Unico e non sicuramente l’area di Montefibre (la meno indicata). Me lo auguro per il bene del Canavese e per il futuro dei nostri figli. Purtroppo l’impressione che abbiamo avuto io ed alcuni amici sindaci della zona è che “i giochi siano già fatti” e non si capisce per quale ragione e da chi. Non è stato chiesto il parere di tutti, si è formata una “commissione” senza spiegare quale funzione avrebbe e, pochi “furbetti” sembra vogliano fare l’ennesimo business sulla pelle della nostra sanità già tanto maltrattata in questi anni. Noi non ci piegheremo ad accettare diktat di parti politiche o territoriali che non accettino la discussione sulla localizzazione e siamo pronti a dare battaglia in ogni sede disponibile, anche scendendo in piazza con i cittadini. La questione dell’ospedale unico è di fondamentale importanza per questo territorio, un territorio che ha già pagato caro il ridimensionamento di un ospedale quale quello di Castellamonte che ora più che mai sarebbe tornato di grande utilità ed importanza se riadattato per le esigenze del Covid. Non vogliamo più vedere situazioni in cui alcuni politici del nostro territorio si preoccupano più di come spendere soldi attraverso ospedali da campo che di pensare alla sistemazione dello stesso.”

Il nostro territorio ha già pagato la realizzazione dell’ospedale di Ivrea in una zona poco agevole, dove è esaurita ogni possibilità di espansione, dove esiste oramai una serie infinita di criticità. Per questo chiederemo alla Regione un confronto diretto e aperto con tutti i soggetti di questo territorio e di riaprire lo studio ai siti proposti (ed eventualmente ad altri che si ritengano ottimali). Addirittura chiediamo un’indagine su quali siano le ragioni che spingano alcuni soggetti politici a dare per “cosa fatta” la realizzazione di un ospedale in una zona che non accontenta nessuno. E sarebbe anche interessante che qualche Sindaco della zona motivasse la sua intenzione di costruire il suddetto ospedale lontano dal suo Comune e non sul suo territorio. Sarebbe gradito lo spiegasse ai suoi concittadini. Per concludere non accettiamo che la decisione sia presa esclusivamente da un ridotto numero di amministratori attraverso una commissione realizzata senza la stipula di norme e criteri, spalleggiati da compiacenti politici locali che non hanno appieno chiare le vere esigenze sanitarie del Canavese.”

“Voglio quindi riassumere – conclude – attraverso un piccolo elenco delle cose su cui sarebbe opportuno ragionare prima di buttarsi in un’impresa del genere senza aver valutato tutte le varie opzioni: si può immaginare che gli stessi abitanti di Ivrea e dei comuni limitrofi possano trovare più agevole accedere all’Ospedale in uno di questi luoghi proposti che non in Ivrea in una posizione scomoda come quella di Montefibre.
Serve assolutamente uno spazio molto più ampio di quello che richiede attualmente la costruzione dell’ospedale, tenendo conto che sicuramente tra 30/40/50/anni necessiterà di ampliamenti.
Ci sia la possibilità di far atterrare l’elicottero per i casi di emergenza.
Si ragioni sulla comodità di poter arrivare agli Ospedali di Torino qualora i pazienti necessitino di interventi specialistici che il nuovo ospedale non avrà.
Tenere conto che anche i cittadini di Ceresole Reale hanno lo stesso diritto di poter accedere all’Ospedale esattamente come i Cittadini Eporediesi (si pensi non solo ai residenti, ma anche al numero di turisti che la invadono ogni anno).
Si tenga conto della costruzione del nuovo Ospedale in prossimità della Dora Baltea, poiché gli attuali cambiamenti climatici degli ultimi anni devono far stare tutti noi sempre nella massima allerta.”

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