TORINO / CANAVESE – Nella mattinata odierna, martedì 8 ottobre, sono state eseguite numerose misure cautelari in carcere riferite a due distinte organizzazioni criminali dedite all’attività di usura ed estorsione.
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La prima, capeggiata dal pluripregiudicato Ceretta Vittorio, per i delitti di associazione per delinquere finalizzata all’usura, alla truffa, alla truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche, alla malversazione a danno dello Stato, all’esercizio abusivo di attività finanziaria, all’intestazione fittizia di beni, al riciclaggio. La misura cautelare si riferisce all’attività denominata “Criminal Consulting”.
La seconda organizzazione criminale – capeggiata dal sorvegliato speciale Macrì Renato, noto esponente locale della ‘ndgrangheta facente capo alla consorteria Ursino-Scali-Macrì di Gioiosa Jonica, dedita all’usura, all’estorsione, al riciclaggio, all’intestazione fittizia di attività finanziarie con l’aggravante del metodo mafioso. Il provvedimento cautelare deriva dall’attività denominata “Pugno di Ferro”.
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Dall’attività investigativa si è delineato un terzo filone derivante dai prestiti a tasso usuraio elargiti dal pluripregiudicato Raso Vittorio – attualmente latitante per altri provvedimenti cautelari già emessi dall’Autorità Giudiziaria torinese – in collaborazione con alcuni suoi stretti familiari, nonché con l’aiuto delle mogli di alcuni esponenti apicali del clan calabrese dei Crea originari di Stilo (RC) e facenti capo a Crea Adolfo, ovvero M.F. e Y.Y. .
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L’importanza dei provvedimenti della locale Autorità Giudiziaria si colloca nelle pagine della misura cautelare, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Torino dott. Agostino Pasquariello che, dopo aver individuato i delitti commessi dai componenti del gruppo criminale, è risalito alle somme di denaro che costituiscono il fulcro dell’attività criminosa. Tali somme sono oggetto di provvedimento di sequestro preventivo: è stato infatti disposto il sequestro di denaro, beni e altre utilità, dei quali gli indagati abbiano disponibilità in via diretta e per interposta persona, fino al valore di circa 3 milioni di Euro.
Allo stato attuale sono 30 le parti offese del reato di usura ed esercizio abusivo del credito.
(FOTO FABIO ARTESI)
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