CASTELLAMONTE – È deceduto ieri, mercoledì 14 agosto, nella sua casa di Castellamonte, Marcello Martini, 89 anni, sopravvissuto da giovanissimo alla deportazione e ai campi di concentramento.
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Lo scorso maggio, il Comune di Castellamonte gli aveva conferito la cittadinanza onoraria, con una cerimonia alla presenza degli studenti delle scuole, durante la quale Martini aveva raccontato la sua vita e la sua esperienza, lasciando insegnamenti importanti ai chi lo aveva ascoltato con grande interesse, catturato dalle sue parole, dal suo modo di esporre i fatti.
Nato a Prato nel 1930, Marcello Martini fu arrestato con l’intera famiglia a Montemurlo (dove erano sfollati), con l’eccezione del padre che riuscì a fuggire. Mentre la mamma e la sorella furono detenute al carcere di Santa Verdiana a Firenze (dal quale furono fatte evadere dai partigiani circa due mesi dopo), Marcello fu subito trasferito al campo di transito di Fossoli, dove rimase dal 12 al 21 giugno 1944.
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Deportato al campo di concentramento di Mauthausen assieme ad altre 473 persone, vi giunse il 24 giugno 1944 ed immatricolato col numero 76.430. A 14 anni è con Franco Cetrelli il più giovane tra i deportati politici italiani. È uno dei tanti prigionieri usati come schiavi per l’industria bellica tedesca. Inviato dapprima al sottocampo di Wiener Neustadt, vi trascorre due mesi all’infermeria in seguito ad un grave incidente di lavoro. Quindi nel dicembre 1944 viene trasferito al campo di Hinterbrühl, la fabbrica sotterranea dove si assemblano i primi aeri a reazione tedeschi.
Il primo aprile 1945 è inquadrato nella terribile marcia della morte (250 chilometri percorsi in sette giorni) che riporta i prigionieri al campo di concentramento di Mauthausen. Nonostante sia ridotto in condizioni di semi-incoscienza in conseguenza delle fatiche e della fame, Marcello riesce a sopravvivere fino all’arrivo delle truppe americane il 5 maggio. Rientrato nel luglio 1945 a Prato, può riunirsi agli altri componenti della famiglia, anch’essi scampati alla guerra, e riprendere gli studi interrotti, laureandosi in chimica.
Martini lascia un libro a sua testimonianza: “Un adolescente in lager”.
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GUARDA IL VIDEO DEL CONFERIMENTO DELLA CITTADINANZA ONORARIA
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