mercoledì 2 Luglio 2025
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TORINO – Detenuto evade dalla semilibertà

A darne notizia è l'O.S.A.P.P

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TORINO – Un detenuto è evaso dal regime della semilibertà che fruiva presso il carcere di Torino Lorusso e Cutugno.

Il detenuto di nazionalità Bosniaca, quarantasettenne, con fine pena 2020 per furto ed altro, non ha fatto rientro nell’istituto penitenziario rendendosi irreperibile e perciò responsabile del reato di evasione.

A dare la notizia è l’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del Segretario Generale Leo Beneduci che aggiunge: “Se questa non è emergenza non sappiamo come altro definirla visto che, rispetto a tali eventi non risultano particolari reazioni né in sede politica né in sede Istituzionale, come se ciò fosse assolutamente normale e comprensibile in un sistema penitenziario che invece fa acqua da tutte le parti.
Peraltro, e come abbiamo già detto, – indica ancora Beneduci – tali storture del sistema penitenziario trovano perfetta corrispondenza con l’eccessivo concessivismo e con il buonismo ad ogni costo, sulle spalle prima della Polizia Penitenziaria e poi dei comuni cittadini giustificati da presunte ingerenze della Corte Europea dei diritti dell’uomo sulle modalità di gestione delle carceri in Italia e che, invero, oggi rendono sempre più l’idea di essere state invece determinate su dati errati o costruiti ad hoc.”

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“D’altra parte – conclude Beneduci – se nella concessione di misure alternative a detenuti che poi evadono (sicuramente troppi) concorrono una serie di pareri favorevoli, dal carcere alle altre autorità esterne sui quali e come abbiamo già detto occorrerà fare debita chiarezza, è innegabile che essendo gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria gli unici che conoscono veramente i detenuti e coloro che dal carcere escono finanche nelle articolazioni più profonde e ramificate delle affiliazioni alle associazioni criminali, è alla Polizia Penitenziaria debitamente organizzata e rivalutata nel ruolo e nelle funzioni, che spetterebbe la principale valutazione, come invece non è, della pericolosità e dell’effettivo recupero sociale dei soggetti che nel carcere scontano il proprio debito nei confronti della società civile.”

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