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TORINO – Questa mattina, martedì 21 maggio, un cittadino nigeriano di 23 anni è stato fermato per un controllo dalla Squadra Volante in via Passo Buole.
Lo straniero è stato accompagnato in Questura per l’identificazione. Ultimato il foto segnalamento, il pregiudicato ha dato in escandescenza e ha aggredito un agente della Squadra Volante. Nella circostanza, ha morso il poliziotto alla mano sinistra strappandogli la prima falange dell’anulare. L’agente è stato trasportato in ospedale per le cure del caso. Il cittadino nigeriano è risultato irregolare sul Territorio Nazionale ed avere precedenti di polizia a carico.
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“Quanto accaduto oggi in Questura – dichiara Pietro Di Lorenzo, Segretario Nazionale del SIAP, sindacato della Polizia di Stato – è l’ennesimo grave episodio che vede sempre al centro soggetti stranieri che non hanno nulla da perdere. Nigeriano spacciatore accompagnato in Questura per la trattazione, durante il foto segnalamento ha staccato a morsi una falange ad un operatore della volante che lo aveva fermato. Nelle ultime settimane è ormai uno stillicidio quotidiano di violenze che deve preoccupare tutti”.
“Al di là delle ferite riportate dai colleghi, a cui vanno i nostri auguri per una pronta guarigione, – prosegue – deve far riflettere, oltre alla gravità del fatto, indice di una assoluta mancanza di timore e rispetto verso le forze di Polizia, lo status dei cittadini stranieri responsabili. Per la quasi totalità irregolarmente presenti in Italia ed ai margini della società e delle città”
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“Da tempo continuiamo a chiedere garanzie funzionali e pene esemplari per chi aggredisce gli operatori delle forze dell’ordine – conclude Di Lorenzo – Chi indossa una divisa rappresenta lo Stato e ci chiediamo fino a quando dovremo combattere questi atti barbari consapevoli che resteranno sostanzialmente impuniti ”.
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Rabbia, sofferenza è una sorta di ineluttabilità verso questi eventi per il Segretario Generale del Siulp di Torino Eugenio Bravo.
“Non è la prima volta che assistiamo ad aggressioni di questo genere ma non ci rassegniamo a chiedere con forza tutela per gli operatori delle forze dell’ordine che passa inevitabilmente attraverso leggi più severe e strumenti più adatti per la difesa come il taser.
E poi ci scandalizziamo, aggiunge provocatoriamente Eugenio Bravo, quando per ragioni di sicurezza la polizia è costretta a sedare il criminale per fotosegnalarlo per prendergli le impronte digitali, per identificarlo.
Inutile sottolineare come le condizioni economiche del nostro paese non siano in grado di accogliere è integrare questi soggetti ma solo espellerli.”
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