OZEGNA – Doccia fredda per i 41 lavoratori della LittleFuse di Ozegna, azienda che si occupa di componenti per il settore automobilistico.
I lavoratori hanno iniziato a presidiare di fronte ai cancelli da questa mattina, accompagnati da Fabrizio Bellino, Fiom Cgil. Ieri, mercoledì 10 aprile, la multinazionale ha aperto la procedura di licenziamento collettivo e cessata attività.
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“Si tratta di una situazione inaspettata – afferma Bellino – che ci fossero dei problemi era nell’aria, ma si pensava soltanto a livello di bilancio. Invece l’azienda ha deciso di chiudere l’unico stabilimento in Italia, quello di Ozegna, e proseguire la produzione in altre parti del mondo, come in Messico o in Guatemala, dichiarando che negli ultimi due esercizi ha perso quasi 3 milioni di euro.”
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Ed è disperazione per i lavoratori che si trovano spiazzati da questa decisione. La LittleFuse assorbì la Sigmar nel 2015, acquisendo le quote per 5milioni e 400mila euro, e, fino a qualche mese fa, aveva anche lavoratori provenienti dalle Aziende di Somministrazione, arrivando ad averne tra i 60 e i 70 e facendo loro fare persino straordinari.
“Questo presidio è solo il primo passo. Adesso procederemo nel percorso previsto per legge che contempla i 75 giorni – conclude Bellino – aprendo le trattative nei primi 45 giorni: cercando di convincere l’azienda a cambiare idea oppure immaginando soluzioni per la ricollocazione dei lavoratori. Abbiamo già interpellato le Istituzioni locali e la Regione Piemonte.”
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