martedì 15 Ottobre 2024

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RIVAROLO CANAVESE – L’Associazione non bruciamoci il futuro scrive ai Ministri Costa e Di Maio

Secondo l'Associazione, sulle emissioni incidono il taglio degli alberi e gli incendi boschivi, per mancanza di alberi che assorbono CO2

RIVAROLO CANAVESE – L’Associazione non bruciamoci il futuro, scrive al Ministro all’Ambiente Sergio Costa e al Ministro del Lavoro e Sviluppo Economico Luigi Di Maio, circa le emissioni della Centrale a Biomasse. La pubblichiamo qui, integralmente:

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“Egregio Ministro dell’Ambiente Sergio Costa,

la nostra Associazione denominata “non bruciamoci il futuro” è nata nel 2012 con l’adesione di oltre 3.000 Cittadini che hanno firmato contro i lavori di allestimento di una centrale a biomasse adiacente al centro storico della Città di Rivarolo C.se (TO). Senza la possibilità da parte dei Cittadini di Rivarolo di partecipare al procedimento autorizativo, veniva presentato il progetto della centrale nell’ottobre 2005 da parte della società Sipea (oggi del gruppo Cofely una controllata da Engine, ex DDF-Suez) e poi Autorizzato con Determina Prov. n. 18_43641/2006 ai sensi del D.Lgs. 387/2003.

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Per maggior comprensione giova fornire alcuni dati sommari:

– Bruciando circa 210 ton/giorno di biomasse legnose (comprese ramaglie e potature) vengono prodotti circa 5 Mw/h elettrici beneficiando di lauti incentivi (certificati verdi e da filiera corta) che poi gravano sulle nostre bollette elettriche.

– delle biomasse utilizzate è dato sapere soltanto dove vengono acquistate ma ci è ignoto il luogo di effettiva provenienza a cui dovrebbe essere vincolato l’ulteriore incentivo da “filiera corta”.

– Il sistema di controllo degli inquinanti al camino (SME) si basa sull’autocontrollo da parte della stessa impresa, per cui parrebbero opportuni frequenti controlli a sorpresa da parte degli Enti preposti che con i propri strumenti possano validare o meno i dati forniti dallo SME.

– dopo aver incentivato negli anni la combustione di biomasse legnose, soltanto ora si riconoscono i danni alla qualità dell’aria: ARPA Piemonte appura che le emissioni dovute alla combustione del legno (cippato e pellet) contribuiscono per il 44% delle Polveri (PM10-PM2,5) ed Arpa Emilia Romagna stima che tale combustione incide a formare il 39 % delle Polveri ed il 45 % dell’ossido di carbonio

– appurando che le biomasse legnose possono inquinare perfino più del carbone e che non si possa applicare alla combustione delle biomasse di origine forestale l’assunto di “neutralità carbonica” circa le emissioni di CO2. E’ del tutto evidente che la CO2 emessa al camino della centrale potrà essere compensata dalla stessa quantità di CO2 assorbita dagli alberi soltanto quando lo stesso numero di alberi tagliati saranno nuovamente piantumati e cresciuti e ci vogliono decenni. Sul nostro territorio osserviamo soltanto tagli e devastanti incendi al patrimonio boschivo per cui riteniamo necessario escludere o rivedere tali incentivi.

Gentilmente ci rivolgiamo pertanto a Lei Sig. Ministro per la sua nota sensibilità ambientale affinché possa cogliere la presente istanza e restiamo in fiduciosa attesa di un riscontro.

Altrettanto gentilmente estendiamo tale istanza al Sig. Luigi Di Maio Ministro del Lavoro e Sviluppo Economico per le sue relative competenze.”

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