TORINO – “Stefano era buono, amato da tutti, amava e rispettava tutti.”
Sono le parole del padre di Stefano Leo, Maurizio, pronunciate ieri durante la passeggiata per chiedere giustizia. Tanti palloncini a forma di cuore che non sono stati lasciati andare in cielo, proprio per rispettare l’ambiente, nella filosofia di Stefano.
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Stefano era allegro, solare. E proprio questa sua solarità ha spinto Said Mechaout ad ucciderlo. È aberrante la confessione del 27enne, che, poco prima di accoltellare Stefano, aveva attaccato briga con qualche persona per strada.
Un movente che non trova giustificazioni, raccontato questa mattina in conferenza stampa presso il Comando Provinciale dei Carabinieri.
L’arma è stata trovata, dove ha detto Mechaout, in una cassetta dell’Enel nello slargo conosciuto familiarmente dai torinesi come Piazza d’Armi, a diversi chilometri di distanza dal luogo del delitto.
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