RIVAROLO CANAVESE – Ha raccontato la sua storia con molta semplicità e chiarezza, Francesca Immacolata Chaouqui, ospite, ieri sera, venerdì 28 settembre, dell’Officina delle Idee e del Pensiero, “chiacchierando” con Fabrizio Bertot, e intervallata dalle letture del suo libro, “Nel nome di Pietro”, lette da Manuela Muzzolini.
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La “Cosea”, Pontificia Commissione Referente di studio e di indirizzo sull’organizzazione della struttura economico-amministrativa della Santa Sede, era nata per analizzare la situazione del Vaticano. Non tanto quanto speso per una cosa o per l’altra, ma le procedure utilizzate, riferendo direttamente al Papa. Francesca, unica donna a far parte di questa Commissione.
“Poco dopo essere salito al soglio pontificio, papa Francesco riceve un documento riservato: sono i bilanci degli enti economici della Santa Sede. Lo Stato Vaticano non è ricco come si crede. I conti e le spese sono fuori controllo, e per coprirli vengono utilizzati persino i soldi delle donazioni.”
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Il libro racconta la storia, il processo che ha dovuto subire Francesca Chaouqui: “La persona che hanno dipinto durante il processo, non sono io.” Una storia raccontata senza filtri, con grande emozione, così come l’ha trasmessa al pubblico ieri sera. Una storia il cui finale (non svelato) verrà raccontato nel prossimo libro in uscita, e che porta un messaggio profondo, che Francesca ha lanciato in chiusura di serata.
“Il bene vince sempre. Se credete in qualcosa che per voi è giusto, è vostro, lottate per esso. Non mollate. Perchè ciò che è giusto e vostro, torna sempre “a casa”.
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