martedì 19 Marzo 2024

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BALDISSERO CANAVESE / VIDRACCO / CASTELLAMONTE – Una nuova segnaletica per esplorare la Riserva Naturale dei Monti Pelati

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BALDISSERO CANAVESE / VIDRACCO / CASTELLAMONTE – Un curioso rilievo oblungo tra la pianura e le Prealpi canavesane, impreziosito e simboleggiato dalla medioevale Torre Cives: è la Riserva naturale dei Monti Pelati, nel territorio dei Comuni di Baldissero Canavese, Vidracco e Castellamonte.

La sua superficie di 146 ettari  prevalentemente brulla contrasta con il verde rigoglioso che la circonda, soprattutto per le calde colorazioni delle rocce e degli affioramenti di minerali, che a tratti evocano paesaggi western. La quota modesta, il dislivello e l’estensione alla portata di tutti fanno della Riserva una facile meta escursionistica, esplorabile in giornata.

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Gli accessi principali sono distribuiti sui quattro punti cardinali, il che consente di raggiungere agevolmente il panoramico itinerario di cresta, con la possibilità di seguire percorsi di differente impegno, incluso un “anello” che attraversa il parco. Non vi sono difficoltà di orientamento, ma è utile predisporre un minimo di segnaletica. Il Servizio Aree protette della Città Metropolitana di Torino è intervenuto insieme all’associazione Pro Natura, sostituendo la precedente segnaletica, realizzata con intarsi verniciati su supporti lignei, ormai illeggibile e non idonea.

Le nuove tabelle sono state realizzate secondo gli standard del CAI, recepiti dalla normativa regionale. Vanno ad aggiungersi alla cartografia riportata sulle bacheche presenti nei punti strategici, a loro volta risistemate in alcuni casi su nuovi pali o comunque su supporti restaurati.

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Sono anche stati collocati nuovi picchetti segnavia, che confermano agli escursionisti la correttezza dell’itinerario che stanno seguendo, soprattutto nelle poche zone umide, in cui la vegetazione potrebbe generare qualche incertezza, occultando le tracce meno marcate.

La segnalazione dei sentieri non può essere disgiunta dalla manutenzione, che ha comportato la decespugliazione e sramatura della vegetazione invasiva, soprattutto nei punti di accesso alla Riserva. Sono stati realizzati interventi di prevenzione e contenimento dell’erosione provocata dalle piogge intense, sono state ripristinate le canaline di drenaggio, riempite alcune cunette pericolose e realizzati piccoli gradini in pietra nei tratti più scoscesi, soprattutto nella ripida discesa che dalla Torre Cives conduce all’itinerario di cresta. Con alcuni interventi di ingegneria naturalistica sono stati consolidati accumuli di materiale incoerente prodotti in passato dagli scarti dell’attività estrattiva condotta nell’area.

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CARTA D’IDENTITÀ DEI MONTI PELATI

Il sottosuolo dei Monti Pelati è formato principalmente da peridotite, una roccia magmatica di colore verde scuro che si forma a grandi profondità e che è raro trovare in superficie, composta principalmente da olivina e da affioramenti di magnesite. Questi materiali furono estratti fin dalla seconda metà del 1700 per l’utilizzo nella produzione di ceramica e di materiali refrattari. Oggi l’olivina viene estratta e impiegata nell’industria siderurgica e metallurgica, per la produzione di vernici e guaine impermeabilizzanti. Per tutelare le caratteristiche del luogo, l’attività di estrazione è limitata a una piccola zona situata a nord-est. Sono proprio i diritti di escavazione versati dalla miniera “Nuova Cives” la fonte di finanziamento a cui la Città metropolitana ha attinto per il rinnovamento della segnaletica. Per favorire il recupero ambientale, le aree di scavo non più utilizzate sono ricoperte con materiale vegetale e terreno, così da riportare la zona il più possibile vicino a una situazione naturale.

La particolare natura del suolo lo rende poco adatto alla crescita della vegetazione arborea: le rocce sono colonizzate da vari tipi di licheni. Il resto del territorio è ricoperto da cespugli radi, praterie aride e brughiere. Sono abbastanza frequenti gli arbusti tra cui il Ginepro e il Pungitopo. La scarsa copertura forestale è costituita da Betulla, Robinia, Roverella e da rimboschimenti composti da Pino silvestre, Pino strobo, Pino nero e Larice. Nei pressi del torrente Malesina si incontrano fasce arbustive a Salice bianco, che rendono il paesaggio molto diverso rispetto alle pendici brulle e pietrose della montagna. Tra le specie floristiche più interessanti e rare vi sono la Campanula bertolae, il Linum suffruticosum, la Fumana procumbens, ma anche i più comuni Sedum alpinum e i garofani dal colore vivace, capaci di crescere anche in ambienti ostili.

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I Monti Pelati sono una sorta di “isola” che mantiene un clima più mite rispetto alle zone circostanti e consente la presenza di specie animali e vegetali tipiche delle zone più calde. Tra gli insetti vi sono alcune specie rare come il lepidottero Pedasia luteella, il coleottero Phytoecia vulneris (presente soltanto in due siti in Piemonte) e il formicide Leptothorax flavicornis. Alla fine dell’estate si presentano assai numerose le Mantidi religiose.

Sono state osservate circa settanta specie di uccelli, tra cui il Saltimpalo, lo Zigolo nero, lo Zigolo muciatto e l’Occhiocotto, che trovano nei Monti Pelati l’unico sito riproduttivo conosciuto del Canavese. Sono inoltre presenti la Cincia dal ciuffo, la Cincia mora, la Bigiarella e il Codirossone nelle zone più brulle. Anche alcuni rapaci visitano saltuariamente il Parco: la Poiana, il Nibbio bruno, il Nibbio reale e il Biancone.

Il colle più alto dei Monti Pelati, a quota 581 metri sul livello del mare, ospita la Torre Cives, risalente al XII secolo ed edificata con lo scopo di fungere da punto di osservazione e guardia per la difesa della Valchiusella. Nel 1956, durante degli scavi archeologici, sono state portate alla luce cinque monete d’oro di epoca bizantina, il cosiddetto “Tesoretto” di Torre Cives, oggi conservate al Museo Archeologico di Torino.

© Riproduzione riservata

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