FAVRIA – L’Unitre dona nuova vita all’Organo Vegezzi Bossi

FAVRIA – Domenica 24 giugno 2018, in occasione della festa patronale di Favria, nella chiesa parrocchiale dedicata ai SS. Pietro e Paolo, il maestro Nardo Vallosio con grande maestria ha suonato una splendida melodia con l’organo Vegezzi Bossi, fresco di manutenzione straordinaria ad opera della Bottega Organara di Roberto Curletto per conto dell’Associazione Culturale UNITRE sede di Rivarolo – Favria – Feletto.

[su_slider source=”media: 147401,140168,150947″ limit=”100″ width=”1600″ height=”220″ title=”no” pages=”no” autoplay=”3000″]

 

È stato per il Direttivo, presente all’esecuzione, un momento emozionante e motivo di orgoglio per aver potuto contribuire a ridare nuova vita a questo prezioso strumento musicale che continuerà ad accompagnare, con la sua maestosa sonorità, la cantoria parrocchiale di Favria diretta da Mariolina Chiono.

L’organo è uno strumento musicale della famiglia degli aerofoni. Esso viene suonato per mezzo di una o più tastiere, dette manuali, e, quando presente, da una pedaliera. Nasce come vera e propria invenzione nel 275 a.C. circa in Alessandria d’Egitto e, attraverso quasi 2.300 anni di storia, è appartenuto a diversi popoli e culture, prima di essere scelto come strumento privilegiato all’interno delle varie chiese europee d’impronta cristiana.Il suono viene prodotto da un sistema di canne, metalliche o di legno, di grandezza, lunghezza e fattura variabili secondo la nota e il timbro che esse devono riprodurre. Questi ha assunto un ruolo di primo piano nella musica sacra e nella liturgia. Per merito dei numerosi e vari registri (o “voci”) associabili ai manuali e alla pedaliera, l’organo è in grado di produrre, a parità di tasti premuti, una complessa sinfonia di suoni che lo rende simile a una vera e propria orchestra in miniatura.

La scuola italiana mostra una netta predilezione per la tastiera unica, divisa in bassi e soprani, le limpide sonorità prettamente italiane del “Principale” e del “Ripieno”, la limitata estensione della pedaliera, sovente senza registri propri e usata molto spesso solo nelle cadenze. Gli organi italiani ottocenteschi tendono spesso a imitare le bande musicali. In alcuni organi, infatti, complicati meccanismi fanno funzionare piatti, grancassa e campanelli (chiamati proprio Banda Turca), mentre nel pedale si può trovare un registro a battimenti detto Timballi o Rullante, che va ad imitare i tamburi.

[rev_slider alias=”maf”]

 

Nell’organo italiano la “Mostra” si presenta sempre costituita da una cassa armonica, generalmente lignea, a forma di parallelepipedo decorata più o meno sfarzosamente, secondo le occasioni: vi sono alcune casse che hanno soltanto un timpano rettangolare sulla sommità, altre che sono decorate da colonne, fregi, archi e dipinti. Un’altra caratteristica della “Mostra” dell’organo all’Italiana è che, talvolta, lo spazio delle canne – in alcuni casi mute – può essere chiuso da portelle lignee dipinte ed intagliate.

L’organo Vegezzi Bossi presente nella chiesa parrocchiale di Favria è collocato nella grande arcata d’ingresso contrapposta a quella dell’altare maggiore, venne installato nel 1878 da Giacomo Vegezzi Bossi, fabbricante d’organi in Torino. È un organo meccanico con consolle a finestra.La splendida cassa a forma di scudo che lo contiene, che si erge con il suo “fastigio” sino ad un’altezza di venti metri dal pavimento della chiesa, incorpora frontalmente le canne di stagno dei “Principali” da 16 piedi con armonico disegno. Il complesso si inserisce senza soluzione di continuità nella tribuna semicircolare della cantoria con una splendida e grandiosa impostazione scenica.

[su_slider source=”media: 119356″ limit=”100″ width=”1600″ height=”220″ title=”no” pages=”no” autoplay=”3000″]

 

Nonostante abbia subito qualche rimaneggiamenti di scarsa importanza, avvenuti in passato, lo strumento ha conservato fino ad oggi il suo carattere ottocentesco e del periodo musicale in cui venne costruito. Ad inserire i registri di gusto bandistico ed orchestrale provvide poi lo stesso Vegezzi Bossi, costruendo in tal modo il tipico organo italiano.L’organo pur dotato di una sola tastiera possiedeance da 16, 8 e 4 piedi di dolcezza e sonorità senza uguali, i quali permettono l’esecuzione di gran parte della musica organistica di ogni tempo. Caratteristica dello strumento e dell’epoca di costruzione sono i registri “a banda turca”: campanelli, rullante con piatti, timpani in tutti i toni ai pedali, timballo e bombarde ai pedali di grande effetto bandistico.

L’organo Vegezzi Bossi presente nella chiesa parrocchiale di Favria è stato catalogato dall’Ente Statale delle Belle Arti pertanto in base alla vigente legge che tutela le Belle Arti, lo strumento non può essere né manipolato né restaurato senza autorizzazione preventiva di tale Ente.

(Nota stampa Unitre; Opere consultate: G. Berta, M. Genisio, A. Martinetto, E. Quagliotti, Fabbricanti di Fede, 2015 Santhià (VC))

[su_slider source=”media: 144690,132564″ limit=”100″ width=”1600″ height=”220″ title=”no” pages=”no” autoplay=”3000″]

 

[rev_slider alias=”urb”]

© Riproduzione riservata - vietato l'utilizzo di testi, video e foto se non espressamente autorizzato dall'Editore

Per restare sempre informato, iscriviti ai nostri canali gratuiti:
la newsletter di WhatsApp per le notizie di Cronaca (per iscriverti invia un WhatsApp con scritto NEWS ON al 342.8644960);
il nostro canale Telegram (ObiettivoNews);
il nostro canale WhatsApp https://whatsapp.com/channel/0029Va9vIQO30LKS6x1jWN14 con le notizie selezionate dalla nostra redazione.

ALTRI ARTICOLI CHE TI POTREBBERO INTERESSARE

spot_imgspot_img
spot_imgspot_img
spot_imgspot_img