PRALORMO (TO) – La grande manifestazione che, nel parco del castello di Pralormo, annuncia la primavera con la straordinaria fioritura di oltre 90.000 tulipani e narcisi è giunta con successo alla 18° edizione!
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Come ogni anno, il piantamento è completamente rinnovato nelle varietà e nel progetto-colore ed ospiterà tra le tante varietà curiose, una collezione di tulipani neri e un percorso nel sottobosco dedicato ai tulipani pappagallo, ai viridiflora, ai tulipani fior di giglio ed ai frills dalle punte sfrangiate.
La manifestazione coinvolge tutto il parco, progettato nel XIX secolo dall’architetto di corte Xavier Kurten, artefice dei più importanti giardini delle residenze sabaude. Nei grandi prati sono state create aiuole dalle forme morbide e sinuose, progettate ponendo particolare attenzione a non alterare l’impianto storico e prospettico. Le aiuole dunque “serpeggiano” tra gli alberi secolari, mentre nel sottobosco occhieggiano ciuffi di muscari, blue bell e di narcisi.
In occasione di questa XVIII edizione sarà inaugurato un nuovo ingresso, arricchito da un viale di giovani ciliegi giapponesi, nuvole di fiori rosa circondati da tappeti di tulipani dello stesso colore. Inoltre, tra le particolarità della fioritura 2017, migliaia di tulipani rosa antico e, cosa rara per questi fiori, delicatamente profumati curati da generazioni di coltivatori piemontesi ed ora accolti nel parco del castello. Se il nome di questa antica varietà, coltivata insieme ad altre bulbose per assicurare mazzi di tulipani ai mercati torinesi, è andato perso nel corso degli anni, la delicata sfumature delle loro corolle e il profumo sono rimasti immutati!
L’edizione 2017 sarà dedicata al tema “Gli alberi raccontano”, sviluppato con allestimenti ed esposizioni. Nel teatro di verzura del parco sarà possibile ammirare una collezione di bonsai monumentali, apparente ossimoro che rispecchia la tecnica cinese ispirata al rispetto del carattere vegetativo e vivace della pianta. Questa arte del bonsai esprime e coniuga la passione per l’arte e per la natura del collezionista Franco Luigi Carena che da oltre 40 anni produce da seme o per talea essenze endemiche quali frassini, olmi, aceri campestri, meli selvatici e tigli prendendosene cura ogni giorno ed imparando da loro il silenzio e la pazienza. Ai piedi di uno dei maestosi cedri del Libano saranno esposte alcune biciclette in bambù, dedicate al castello di Pralormo e per questo denominate AristoBike.
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Nell’antica Orangerie un’esposizione di essenze legno e sezioni di tronchi, per scoprire ancora una volta l’incredibile varietà della Natura, oltre a pensieri e citazioni dedicate alla vita segreta degli alberi. Uno dei saloni accoglierà inoltre la grande maquette de l’Albero della vita che ha rappresentato l’Italia nell’Expo 2015 di Milano. emozionando 21 milioni di visitatori da tutto il mondo. Ispirato a un disegno di Michelangelo, progettato, finanziato e realizzato in tempi record da Consorzio Orgoglio Brescia che riunisce 19 aziende bresciane, l’Albero è stata anche una straordinaria dimostrazione del valore del Made in Italy, un richiamo potente all’arte e alla creatività del nostro Paese, segno di uno slancio rivolto al futuro, simbolo della Natura Primigenia e rappresenta per tutti i visitatori l’augurio di una vita piena ed intensa (rami, foglie e frutti), costruita su solide basi (tronco e radici).
Il tema degli alberi sarà interpretato anche da artisti e stilisti che, ispirati dalla magia della Natura. dedicheranno a Messer Tulipano creazioni a tema.
Moda, arte e natura si incontrano nel progetto Aux arbres citoyens dello stilista Walter Dang: cinque abiti della Maison incontrano alcuni designer e pittori torinesi. Gli abiti, immaginati come il tronco di alberi straordinari, verranno dipinti il giorno dell’inaugurazione della mostra dai designer che potranno liberare la loro creatività sui tessuti grezzi. Con questo progetto, lo stilista interpreta un dialogo intimo e senza veli tra l’uomo e la natura la cui forza e imponenza è evocata dagli alberi cui si è ispirato Walter Dang: il Cipresso di Montezuma, forse l’albero più grande del mondo con un diametro di 35 mt per 30 di altezza, di cui si narra sia stato piantato da un sacerdote azteco nelle vicinanze della città di Oaxaca, in Messico, affidato al grafico Adriano Benetti; Methuselah, considerato l’albero più antico del mondo, vive da oltre 4.800 anni sulle White Mountains in California, affidato alla fashion designer Daniela Sellone; l’Eucalipto arcobaleno, un dal tronco multicolore affidato al pittore Claudio Bellino; il Kapok, dal tronco massiccio ricoperto di spine da cui si produce la fibra naturale più leggera al mondo, biologica ed anallergica, affidato all’architetto di interni Marisa Coppiano; ed infine The Tree of Life straordinario esempio di sopravvivenza in condizioni avverse, è infatti situato presso Jebel Dukhan, nel Bahrain, in una zona desertica completamente priva di ogni altra vegetazione, affidato al pittore Bruno Molinaro.
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La poliedrica artista Chicco Margaroli che col marchio Dzoyè reinterpreta in chiave contemporanea, creativa e pittorica la tradizione valdostana della soque, l’antica scarpa medioevale in legno di ontano, esporrà creazioni uniche e straordinarie, accessori d’arte esclusivi ispirati al mondo degli alberi e, naturalmente, ai tulipani. Nell’allestimento A passo con la Natura: l’ontano per un antico cammino, l’artista stilista gioca con le parole e coi colori, esponendo una collezione di soque che vede il tulipano quale soggetto principe, su colori primaverili dal rosa antico al giallo, azzurro e verde, dove le grafiche e temi contemporanei quali la cura dell’acqua, la forza del rinnovo della Natura, il tema del paesaggio, vengono ambientati tra steli, fiori e petali del tulipano. Alla collezione “MesserTulipano” si abbineranno seguendo lo stesso principio ulteriori modelli di scarpa urbana .
L’antica serra francese offre l’habitat ideale alle delicate orchidee Vanda ed ospiterà una collezione di semi rari che nei secoli passati viaggiatori e botanici raccolsero in tutto il mondo.
Nell’antico granaio, l’associazione Ami – Ambasciatori dei mieli, impegnata da anni a sostenere e diffondere la cultura apistica, del miele e degli altri prodotti dell’alveare, proporrà alcuni incontri con degustazioni guidate di mieli degli alberi del Piemonte: acacia, castagno, tiglio, ailanto e melata d’abete. Un’occasione per scoprire i segreti delle api e le infinite sfumature di questo prezioso alimento, le loro peculiarità e pregi.
Uno dei maestosi cedri del Libano ospiterà H2Orto: mini-orti sospesi realizzati con bottiglie di Acqua S.Bernardo che vogliono essere spunto e suggerimento da replicare (grazie alle dettagliate istruzioni) per avere erbe aromatiche, piccoli frutti e fiori eduli anche in piccolissimi spazi.
MESSER TULIPANO propone anche incontri e animazioni per grandi e piccoli:
Domenica 2 aprile presentazione del libro “Pomodori da terrazzo” delle giornaliste Chiara Priante e Antonella Mariotti. Un’occasione per parlare di verde, di orti e di riscoperta dell’agricoltura in città, di ambiente e biodiversità, ma anche per dibattere di cucina, viste le tante ricette presenti nel libro. Un viaggio in prima classe dal terrazzo al piatto.
Sabato 8 aprile “Anatomie e dissezioni. Le storie dentro gli alberi”. Performance techno-anatomica a cura del prof Vittorio Marchis. Messer Tulipano riprende le vesti del dr Tulp (1593-1674), medico anatomista botanico immortalato da Rembrandt in “Lezione di anatomia”, fonte di ispirazione per le autopsie meccaniche del prof Marchis e per il personaggio protagonista della manifestazione, nato dalla fantasia di Consolata Pralormo e dalla penna del disegnatore Antonio Molino. Messer Tulipano/dr Tulp accompagnerà il pubblico alla scoperta della struttura e della storia di alcuni oggetti naturali, dall’uovo al tronco di un albero secolare.
Venerdì 21 aprile dimostrazioni a cura del flower designer londinese Ercole Morone
Domenica 23 aprile COMPO Italia propone musica celtica del gruppo The Green Circle.
Inoltre spettacoli del gruppo storico Historia Subalpina.
Martedì 25 aprile l’Associazione Isla de Musiqueros propone un concerto dell’orchestra giovanile Orchestr’abile: brani jazz e colonne sonore.
Domenica 30 aprile danze settecentesche a cura del gruppo storico Ventaglio d’Argento.
Ogni fine settimana, degustazioni a cura dei Maestri del Gusto, dimostrazioni di intaglio del legno a cura di Annalisa Garetto, dimostrazioni di tree climbing e di corretta potatura a cura di Arte Arborea, dimostrazioni di arte floreale.
PER I PIÙ PICCOLI
Lunedì 17 aprile Pasquetta con la tradizionale Caccia alle uova a cura di Fantolino.
Sabato 8 e domenica 23 aprile “Condominio Albero” laboratori a cura di ArteNa.
Domenica 9 e martedì 25 aprile dimostrazioni di intaglio del legno a cura di Dino Negro e lezioni di acquerello botanico dedicato a alberi e foglie a cura di Dario Cornero (per grandi e piccoli)
Ogni fine settimana trattorini a pedali e giochi per piccoli agricoltori a cura di New Holland
animazioni a cura di Zero18 e attività a cura della libreria La Farfalla di Snipe
Per trascorrere una divertente e serena giornata all’aperto con tutta la famiglia, il parco offre panchine per riposarsi e fare picnic, una caffetteria ristorante ed infine nel parco, per gli amici a quattro zampe, ciotole d’acqua fresca e, grazie alla collaborazione con Bama Pet e Schesir, veri e propri Dog Bar. Gli amici a quattro zampe sono i benvenuti nel parco, al guinzaglio. L’accesso nel castello è vietato, ma per i visitatori che desiderano passeggiare nel parco coi propri piccoli amici a quattro zampe e poi scoprire l’interno del castello, sono a disposizione comodi trasportino BAMA PET.
MESSER TULIPANO dedicherà uno spazio alla Lega Nazionale per la Difesa del Cane, sezione Torino, associazione no profit che si occupa della cura, benessere e rieducazione di circa 80 cani abbandonati grazie ad un team di volontari tra i quali educatori professionisti.
Ancora una volta il castello di Pralormo ha attivato sinergie con le eccellenze del territorio: Acqua San Bernardo, Azienda agricola Fantolino, Centrale del Latte e Pininpero e nelle prossime settimane MESSER TULIPANO comparirà su migliaia di bottiglie di latte, confezioni di uova e una divertente collezione di bustine di zucchero dedicate alla manifestazione.
Apertura dal 1 Aprile al 1 Maggio 2017. Orario lunedì/venerdì 10-18, sabato/domenica/festivi 10-19
Ingresso € 8, € 6,5 per gruppi prenotati e convenzioni (tra cui Abbonamento Torino Musei e Torino+Piemonte Card), € 5,5 per gruppi prenotati infrasettimanali, € 4 bambini da 4 a 12 anni, fino a 4 anni gratuito
MESSER TULIPANO è aperto anche in caso di pioggia: attrèzzati!
IL CASTELLO DI PRALORMO
MESSER TULIPANO si svolge nel parco storico del castello di Pralormo, fortezza medievale trasformata nel corso dei secoli in una piacevole residenza, immersa in una tenuta che comprende il parco storico, il giardino fiorito, le pertinenze (l’Orangerie, antica serra per gli agrumi, e la Castellana, imponente fabbricato rurale) e l’azienda agricola, tuttora gestita dalla famiglia anche allo scopo di preservare il paesaggio circostante.
Proprietario attuale del Castello è il conte Filippo Beraudo di Pralormo che con la moglie Consolata ha avviato un costante e appassionato percorso di recupero e valorizzazione con aperture al pubblico i cui proventi vengono utilizzati proprio per l’attività di restauro.
Ogni anno il Castello propone un programma ricco di iniziative:
- Dal 1 aprile al 1 maggio 2017: XVIII edizione di MESSER TULIPANO
La straordinaria fioritura di oltre 75.000 tulipani e narcisi annuncia la primavera. Ogni anno il piantamento è completamente rinnovato e la mostra propone nuovi allestimenti e esposizioni a tema.
- Dal 1 Aprile al 26 novembre 2017: LA VITA QUOTIDIANA NEL CASTELLO
Visite guidate che attraversano 14 ambienti penetrando nelle zone più intime della dimora, per scoprire la vita quotidiana e i dietro le quinte di un pranzo al castello. Ad arricchire il percorso di visita, l’esposizione “I viaggi dell’Ambasciatore” dedicata ai segreti di viaggio di Carlo Beraudo di Pralormo, Ministro e Ambasciatore di Re Carlo Alberto. E’ inoltre possibile organizzare visite serali, visite con degustazione di prodotti del territorio, visite animate, eventi speciali.
- Dal 1 Aprile al 26 novembre 2017: IL TRENINO DEL CONTE
Visite guidate in una delle torri del castello dove è conservato un grande stupefacente impianto d’epoca, che occupa tre sale, su cui viaggiano treni in scala 0 tra paesaggi dipinti sulle pareti, gallerie scavate nei muri, stazioni passeggeri ricche di dettagli, atmosfere futuriste, e un colossale scalo merci. Nelle sale sono inoltre esposti documenti, cartografie e una imponente collezione di trenini a molla del periodo 1895-1914.
- Dal 1 Aprile al 26 novembre 2017: PROGRAMMI PER LE SCUOLE
Programmi didattici per scuole materne, elementari, medie inferiori e superiori: natura e storia, manualità e creatività. I laboratori, abbinati alla visita del parco e del castello, si propongono di sensibilizzare i bambini all’osservazione e al rispetto della natura, stimolando manualità e creatività con percorsi che attraverso il gioco trasformino le esperienze in conoscenza e curiosità.
- Tutto l’anno: LE CASE DELLA GIARDINIERA
Nel parco storico del castello vi sono eleganti pertinenze a disposizione per matrimoni ed eventi, e alcune “rural suites” dedicate ai mestieri indispensabili alla vita nel castello: il cocchiere, la giardiniera, l’ortolano, l’erborista e il boscaiolo. Occasioni per vivere un’esperienza unica!
Tutte queste iniziative hanno permesso di conservare la bellezza di questo luogo e, anzi, di perfezionarla attraverso restauri conservativi, manutenzioni ordinarie e straordinarie del parco e degli edifici.
Tuttora permanentemente abitato dai proprietari, completamente arredato, il castello è visitabile dal 1 aprile a fine novembre e propone due diversi itinerari: il primo, alla scoperta della vita quotidiana e dei retroscena di un pranzo in una dimora sabauda, comprende cantine, dispense, ampie cucine, l’office con gli armadi delle porcellane, degli argenti e dei cristalli e poi il salone da ballo, lo studio del Ministro, il salotto della musica e la sala da pranzo allestita.
Il secondo, recentemente inaugurato, è dedicato ad un plastico realizzato a fine Ottocento sul quale corrono trenini d’epoca attraversando gallerie scavate nei muri, paesaggi, scali e stazioni. La visita comprende una riccha collezione di locomotive, treni, vagoni merci e passeggeri del periodo 1896/1939.
Il castello è circondata da un sontuoso parco all’inglese progettato nel XIX secolo dal paesaggista di corte Xavier Kurten. Questi diede vita a un “percorso di delizie” con effetti scenografici, sapienti cannocchiali prospettici tra gli alberi, per dare risalto al magnifico panorama di montagne che abbraccia il giardino, e una continua alternanza di colori, fioriture e profumi nel corso delle stagioni. Il progetto del Kurten è stato completamente realizzato e l’impianto si è conservato fino ai giorni nostri con limitati cambiamenti legati ai mutamenti del gusto alla fine del XIX secolo. Nel parco, dominato da imponenti cedri del Libano, furono allora introdotti i bambù e una rara specie arbustiva (clerodendrum Perbungei), ma anche una serra per le specie tropicali ed un giardino con fioriture a rotazione di calicantus, forsitzie, spiree, boules de neige, biancospini, lillà, maggiociondoli, iris e Koelreuteria. Una delle meraviglie di questo giardino sono le grandi, vellutate peonie e le rose, presenti a Pralormo già nel 1500.
L’amore per il giardino e i fiori è infatti una caratteristica delle donne di casa Pralormo sin dal XVIII secolo quando la Contessa Tommasina chiese al Conte Baldassarre di Piossasco, architetto dei giardini e botanico, di disegnare un nuovo grande progetto di giardino. Il progetto non fu realizzato, ma pochi anni dopo il parco vide la luce grazie a Xavier Kurten e al gusto e la passione per i fiori della Contessa Matilde: una delle meraviglie di tale giardino infatti è la fioritura a rotazione. All’inizio dell’inverno il calicantus e le forsitzie, poco dopo i narcisi, crocus e violette. In primavera è il trionfo dei lillà, degli ireos, delle boules de neige, dei buissons flamboyants e dei ciliegi, ma anche delle rose, presenti a Pralormo già nel 1500, rampicanti, piccole e profumatissime che adornano le uniche due aiuole ovali, capriccio della Contessa Matilde che interrompono la linearità dei grandi spazi verdi voluti dal Kurten.
Il maggior incanto del parco sono però le peonie: grandi, vellutate, screziate, rosa chiaro o cremisi o bianche perfette, adornano alcuni angoli del giardino e stupiscono per la loro bellezza. Enormi esemplari di peonia arbustiva “Duchesse de Morny” offrono centinaia di fiori per ornare le sale del castello.
Erede di questa passione per i fiori, in seguito a un viaggio in Olanda Consolata Pralormo nel 1999 pensò di dar vita nel parco storico del Castello di famiglia ad un grande evento dedicato ai tulipani. Per dar vita al personaggio protagonista della manifestazione si ispirò al protagonista di uno dei quadri più famosi di Rembrandt: “lezione di anatomia”. Al centro della tela è raffigurato Nicolaes Pieterszn o Doctor Tulp (1593-1674) illustre medico, anatomista, botanico che, nominato assessore dell’assemblea governativa e divenuto così un magistrato, nel 1622 (nel pieno quindi della cosiddetta tulipomania) dovendo scegliere un simbolo per il proprio blasone optò per il tulipano modificando il suo nome di famiglia in Tulp o, alla latina, Tulpius a significare i suoi interessi di botanica e farmacopea, ma anche la sua eleganza. Consolata Pralormo chiamò l’artista Antonio Molino che, immerso nell’atmosfera del parco disegnò il personaggio che entrambe avevano immaginato: un gentiluomo olandese d’altri tempi, colto e curioso, impeccabile, ma sempre disponibile ad indossare un grembiule da giardiniere, appassionato botanico e raffinato melomane, abile fotografo e tenero custode delle creature del bosco compare ogni primavera a Pralormo per far fiorire i tulipani del parco!
MESSER TULIPANO ha regalato a Consolata Pralormo l’orgoglio e la gioia di alcuni fiori dedicati: gli ibridatori olandesi nel corso di questi 18 anni le hanno infatti intitolato un magnifico tulipano doppio “a fior di peonia” di un sontuoso color rubino (tulipano Contessa Pralormo) e un tulipano frills (cioè dalle punte sfrangiate) di un elegante lilla chiaro (tulipano Castello di Pralormo). Inoltre gli ibridatori italiani le hanno dedicato un geranio odoroso ed una violetta, battezzati col suo nome.
D’altra parte, Consolata Pralormo non è stata la prima e non sarà l’ultima ad essere “travolta” dalla passione per i tulipani: se da un viaggio in Olanda è nata l’idea di una grande manifestazione giunta ormai alla XVIII edizione, nel corso della storia, queste bulbose primaverili hanno conquistato tra gli altri, anche i sultani ottomani e i fiamminghi.
La storia del tulipano, divertente, curiosa e ricca di aneddoti divertenti, inizia con i loro antichi progenitori dalle remote regioni dell’Asia centrale, Tien-Shan e Pamir: le specie botaniche selvatiche, esili e delicate, ancor oggi vi crescono spontanee (ma una è spontanea anche nel nostro territorio: il T. silvestris) e ne sono testimonianza le varietà Polychroma, Clusiana chrysantha, Linifolia, Neustreuvae, Batalinii, Hagerii, Humilis, Turkestanica e Kolpakowskiana …
Nel corso dei millenni il genere tulipa arrivò fino alla Siberia, alla Cina, alla Mongolia, al Kashmir, all’India, all’Afghanistan, alla Persia, al Caucaso, alla Turchia dove venne coltivato raggiungendo l’apice della popolarità a metà del Cinquecento quando questi fiori molto amati divennero come ornamento non solo dei giardini, ma anche delle arti decorative. Intorno a Istanbul, allora Costantinopoli, decine di coltivatori e ibridatori si dedicarono alla selezione di nuovi tulipani a partire da quelli esistenti in natura, soprattutto da T.acuminata per la preferenza degli orientali per la forma slanciata e appuntita chiamandoli con evocativi nomi persiani o arabi: “bella foglia”, “fior di melograna”, “cuore infiammato”, “luce del rubino”, “guancia di rosa”… Il tulipano divenne emblema della Dinastia Ottomana e il fortunato periodo 1718-1730, in cui le vittorie sulla Persia garantirono all’Impero Ottomano ricchezza, benessere e la corte visse in un’atmosfera di pace e di lusso, fu chiamato “era del tulipano”. Per i turchi il tulipano era un talismano contro la cattiva sorte, tanto da volerlo ricamato sulla biancheria intima che indossavano in battaglia. Il massimo della popolarità veniva toccato durante le feste annuali organizzate nel periodo della fioritura: si narra che venissero applicate lanterne sui carapaci delle tartarughe che, passeggiando tra i tulipani, li trasformavano in caleidoscopi di colori.. Molti gioielli e vestiti degli imperatori ottomani erano decorati con tulipani.
Vedendo tutto questo interesse per un fiore, non profumato, ma notevole per varietà di colore e bellezza, Ogier Ghislain de Busbecq, ambasciatore di re Ferdinando I presso la corte di Solimano il Magnifico, nel 1554 comprò a peso d’oro i bulbi da donare a botanico francese C. Clusius (1526-1609), responsabile dei giardini imperiali viennesi che dal 1593 si trasferì con le piantine a Leida dove divenne Direttore dell’Hortus Botanicus.
I primi tulipani introdotti in Europa dagli ambasciatori fiamminghi vennero denominati T. Rembrandt (dai petali striati di sfumature sgargianti), T. Semper Augustus e tulipani pappagallo dai tepali mossi. La loro elegante bellezza, le loro ricercate colorazioni screziate (e la loro imprevedibilità) innescarono una smodata passione per questo fiore che portò fino alla follia della cosiddetta tulipomania o “febbre dei tulipani” (1634-1637). che travolse l’Olanda con un amore dissennato per questo fiore, immortalato dai più grandi pittori fiamminghi e con la compravendita insensata di bulbi pregiati. All’origine della tulipomania c’era anche l’impossibilità (allora) di conoscere a priori che tipo di fiore sarebbe nato: solo molto tempo dopo infatti si seppe che era un virus l’artefice delle incredibili striature a forma di piuma o di fiamma, le più ricercate dai coltivatori. I prezzi salirono all’impazzata, tutti quelli che disponevano di un pezzo di terra piantarono ogni sorta di bulbo, spesso ignorando l’aspetto del fiore che sarebbe nato. Dilagarono le speculazioni, un buon numero di commercianti si arricchì a dismisura, la follia raggiunse l’apice: un bulbo valeva come un palazzo intero, le dame lo sfoggiavano nella scollatura come un gioiello (avendolo peraltro pagato altrettanto)…
Venne però il momento in cui la passione per il tulipano, raggiunto l’apice, cominciò a incrinarsi causando nel 1637 il primo drammatico crollo della borsa di cui si abbia memoria. Molte famiglie fallirono, intere fortune andarono disperse, la satira colpì con violenza l’eccessiva leggerezza dei tanti che, sperando di arricchirsi, si erano gettati a capofitto nell’avventura dei tulipani.
Questo non segnò naturalmente la fine dell’ammirazione per questi magnifici fiori e gli ibridatori proseguirono a dar vita a nuove varietà: le cultivar in voga nel mondo occidentale durante il 1700 e il 1800 testimoniano le diverse mode che caratterizzarono la selezione di questo fiore straordinario di cui oggi esistono oltre 4.000 varietà diverse.
NOTE SUL “PIANTAMENTO” Se, per progettare le prime edizioni, Consolata Pralormo si fece affiancare da esperti olandesi e da giardinieri piemontesi, ormai da anni sono lei stessa ed il suo team a progettare e organizzare il “piantamento”, scegliendo i disegni delle aiuole e le varietà di tulipani ponendo particolare attenzione a non alterare l’impianto del parco, progettato da Xavier Kurten. Naturalmente i consigli e i suggerimenti degli olandesi rimangono preziosissimi, ma Consolata ha ormai consolato una solida esperienza in materia. Così ad esempio per quanto riguarda le forme delle aiuole, ha scelto di renderle mosse, facendo “serpeggiare” i tulipani tra gli alberi secolari piuttosto che disegnare aiuole geometriche e regolari.
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