martedì 8 Ottobre 2024

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VOLPIANO – Italo Rota, Architettura e design. Progettare nell’Era della Grande Distrazione

Sabato 11 febbraio alle 16,30 presso l'Oratorio San Giuseppe

VOLPIANO – È in programma, per sabato 11 marzo, alle 16,30, presso l’Oratorio San Giuseppe di Volpiano (piazza Amedeo Savoia, 6), ad ingresso libero, la conferenza “Italo Rota – Architettura e design. Progettare nell’Era della Grande Distrazione”.

Italo Rota, uno dei protagonisti assoluti dell’architettura italiana e dei più originali pensatori del progetto a livello internazionale discute con Gianluigi Ricuperati, direttore della Domus Academy

di Milano, sul senso del ‘design’ nell’epoca in cui le macchine sembrano governare la maggior parte dei processi che connettono uomo natura città e spazio domestico.

Italo Rota, nato a Milano nel 1953, si laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1982, ma prima di quella data la sua formazione è avvenuta presso gli studi di Franco Albini e Vittorio Gregotti. L’apprendistato con Gregotti dura quattro anni, durante i quali lavora al concorso per l’Università della Calabria (1972-1973). Con l’architetto Pierluigi Nicolin dal 1976 al 1981 partecipa alla realizzazione della rivista Lotus International, episodio che introduce l’importanza che la carta stampata e l’oggetto-libro hanno nella vita dell’architetto e che si concretizza in un’importante collezione personale. All’inizio degli anni ottanta si trasferisce a Parigi, dove avrà i suoi due figli, per il progetto dell’allestimento museale del Musée d’Orsay, vinto con Gae Aulenti.

L’esperienza del porre al centro di una riflessione più ampia il museo continuerà con il concorso, vinto nel 1985, per le nuove sale della Scuola Francese della Cour Carré del Louvre, inaugurate nel 1992, e con il recente Museo del Novecento a Milano (2002-2010). Durante i quasi vent’anni passati in Francia vengono affrontate diverse scale del progetto, da quella urbana fino agli allestimenti per mostre, eventi ed istituzioni culturali. Sempre in Francia, lavora per il teatro in un momento storico in cui cominciano ad affermarsi i nuovi nomi della scenografia italiana fra cui Margherita Palli. Rota durante quegli anni lavora soprattutto con il regista Bernard Sobel.

Nel 1988 per l’Hécube, progetta una scenografia dove lo spazio specchiato e illuminato controluce ripete in maniera irreale le tribune del teatro greco. Negli anni novanta Italo Rota comincia a valutare un possibile ritorno in Italia.

L’anno ufficiale del rientro è il 1996. La base passa da Parigi a Milano, città per la quale è stato anche Assessore per la Qualità urbana (1995/1996) nella giunta leghista di Marco Formentini. La casa milanese di Rota e lo studio sono parte integrante del lavoro dell’architetto, per l’accumulo di objets trouvés, libri, pezzi da collezione trasversali, dal casco di Yuri Gagarin alle maschere dell’Africa Nera che si mischiano senza gerarchie a campioni di materiali, disegni e maquettes. Vicende progettuali e incarichi professionali si susseguono dentro e fuori i confini nazionali.

Tra la fine degli anni novanta e il 2005 vengono realizzate le mediateche di Anzola e San Sisto. Per lo stilista Roberto Cavalli, Italo Rota realizza, oltre a boutique e club sparsi per il globo, anche una villa sulle colline fiorentine. Progetti di landarchitecture, come la sistemazione urbana del centro di Nantes (1992-1995) e la promenade del Foro Italico a Palermo (2005), si alternano ad altre recenti realizzazioni come l’albergo Boscolo Exedra a Milano, il tempio indù di Lord Hanuman, il padiglione Ciudades de Agua per l’Expo di Saragozza del 2008, l’allestimento del Triennale Design Museum nel 2007, oltre al già citato Museo del Novecento, inaugurato nel dicembre 2010.
All’attività di architetto si affiancano le collaborazioni con numerose aziende produttrici del design italiano. Si tratta di una produzione sviluppata spesso a quattro mani con l’architetto Alessandro Pedretti in cui l’oggetto è parte integrata e integrante dello spazio progettato.

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