PAVONE CANAVESE – La Compagnia della Guardia di Finanza di Ivrea in collaborazione con l’Arpa di Ivrea e la Polizia Municipale di Pavone C.se, ha concluso, nei giorni scorsi, un’attività di polizia giudiziaria ed ambientale nei confronti di VDN, italiano residente a Pavone Canavese (To), denunciato alla locale Autorità Giudiziaria per la violazione delle normative ambientali, di cui al art. 256 del D.Lgs. 152/06 (Deposito Illecito di rifiuti).
Secondo quanto è emerso dalle attività d’indagine, coordinata dal Sostituto Procuratore, D.ssa Chiara Molinari della Procura della Repubblica di Ivrea, è stata scoperta una vera e propria attività di recupero, riciclaggio e commercio di ferro ed altri rifiuti della stessa natura. I materiali erano stati custoditi illecitamente a cielo aperto nella proprietà privata del soggetto che di notte e nelle ore pomeridiane riceveva e si procurava quintali di materiale non autorizzato. Lo stesso veniva poi ceduto ad imprese autorizzate allo smaltimento per fini di lucro.
Tali condotte perpetrate in luoghi non autorizzati potevano mettere a rischio la salute delle persone e del territorio, tema oggi molto delicato e importante per il futuro del Paese. La Guardia di Finanza e gli organi deputati al controllo e alla tutela del territorio e dell’ambiente oltre ad eseguire attività di prevenzione e contrasto degli illeciti attraverso i controlli su strada, svolgono attività repressiva perseguendo in modo costante e attento i trasgressori che, nella maggior parte dei casi si rendono responsabili di condotte gravi, anche di tipo penale.
Sconosciuto al fisco, il soggetto titolare del deposito abusivo, utilizzava per il trasporto del materiale ferroso un mezzo intestato a terzi, allo scopo di non essere scoperto nel caso di eventuali controlli su strada.
L’acquisizione di documentazione extracontabile ha permesso agli investigatori di accertare che tra il 2014 e il 2015 erano transitate dalla discarica considerevoli quantitativi di rifiuti la cui stima si aggirerebbe a 22.233 Kg., di cui 328 kg. di rame che, dopo essere stati stoccati e lavorati dall’uomo, venivano immessi nel circuito delle vendite all’ingrosso procurando un guadagno netto, di diverse migliaia di euro.
Tutto il materiale rinvenuto, tra cui uno strumento di lavoro elettronico utilizzato per spogliare i cavi delle relative guaine di plastica e 02 mezzi di lavoro, ovvero un muletto elevatore ed un furgone, sono stati posti sotto sequestro preventivo, al fine di interrompere l’attività criminosa e le conseguenze che avrebbero potuto gravare sull’ambiente.
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