RIVAROLO CANAVESE – Continua il “braccio di ferro” tra Associazioni e Amministrazione comunale, per la questione delle sedi associative, nell’ambito del rinnovo delle convenzioni scadute.
Dopo diversi incontri tra le parti per discutere sulla bozza del regolamento, che prevede una riduzione fino al 60per cento sul canone di locazione in base all’attività svolta al servizio della città, successiva ad una prima valutazione sulla rilevanza sociale di ciascuna associazione, l’argomento è stato portato in commissione bilancio.
Ed è proprio lì che c’è stata una svolta.
Ma andiamo per ordine, perché il colpo di scena è già arrivato all’inizio, anche se passato ai pù, inosservato. In apertura dei lavori il vice Sindaco, Edoardo Gaetano, ha illustrato, in sintesi, la bozza del regolamento, sottolineando: «Abbiamo messo mano al lavoro fatto dai Commissari che passava da zero a troppo, inserendo un criterio di riduzione dell’affitto attuato per venire incontro alle esigenze delle associazioni. Si dovrà valutare la loro rilevanza sociale.» E qui è arrivato lo scivolone: un paragone tra i tre gruppi più imporanti della città (Croce Rossa, Vigili del Fuoco e Protezione Civile) che ha fatto emergere un metro di misura differente tra i gruppi. «Ci sono sodalizi che hanno assoluto valore sociale, come la Croce Rossa, che occupa una sede di proprietà, ma che se occupasse una sede comunale sarebbe degna della più alta considerazione proprio per il ruolo sociale che svolge. Abbiamo altre associazioni come i Vigili del Fuoco che rientrano tra quelle che pagano, che non hanno mai pagato quello che abbiamo chiesto ma qualcosa hanno sempre messo, ed è encomiabile. C’è ad esempio la Protezione Civile che svolgono un’attività totalmente dedicata al pubblico interesse e quindi vanno considerati come estremamente degni di attenzione.»
Paradossale il fatto che i Vigili del Fuoco rientrino tra quelli che devono pagare, considerando la loro fondamentale utilità, specie poi se si pone attenzione alle difficoltà che stanno attraversando per reperire i fondi utili a riparare i mezzi (per riuscirvi i volontari si sono autotassati!), ma, soprattutto alle condizioni in cui vertono i portoni, e per la cui riparazione hanno supplicato, inutilmente, più volte il Comune.
«I Commissari hanno lavorato in un contesto molto rigido – ha replicato il Consigliere di Riparolium, Martino Zucco Chinà – hanno lavorato molto con la testa e poco con il cuore. Per quanto concerne il criterio: noi siamo davvero in grado di capire quale associazione soddisfa un bisogno e va premiata e quale meno? »
Ma la “doccia fredda” all’Amministrazione è arrivata con l’intervento del Consigliere Marina Vittone, Rivarolo Sostenibile, la quale, dopo aver rimarcato la ricchezza associativa di cui è dotata la città, ha chiesto se questo regolamento era parallelo o andava a contrapporsi a quello del 1996, e, in tal caso, perchè non si andasse a modificare quello che norma tutto. Successivamente ha domandato se il canone sarebbe andato ad incidere sul bilancio, domanda alla quale il vice Sindaco ha risposto negativamente.
«Rivarolo sostenibile è contraria a predisporre un regolamento di questo genere – ha affermato Vittone – che impone un canone d’affitto alle associazioni. Non contrapponiamo il valore economico della sede al valore del volontariato. Il principio che contestiamo è che l’amministrazione vada a scegliere soggettivamente valutando il lavoro delle associazioni e creando meccanismo “serie A e serie B”. Questo regolamento è tarato su “devono pagare sempre e poi lavoriamo sulla riduzione”, no Rivarolo sostenibile lo contesta. Vedo disincrasia nel normare il valore economico inserito in regolamento generale.»
Ed ecco la svolta. Il Consigliere ha proseguito, riportando come fonti leggi e le normative che regolano questa sfera, che il Comune ha pieno potere decisionale per quanto concerne il regolamento delle associazioni, e che quindi, la riduzione che si può applicare, soprattutto considerando che il canone non va ad incidere sul bilancio, può essere anche del 100 per cento. Affermazione che ha lasciato tutti a bocca aperta, e alla quale, l’Amministrazione, ha tentato di correre ai ripari commentando che si è trattato di una mossa politica studiata: «se lo propone la minoranza e noi accettiamo, siamo tutti contenti.»
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