RIVAROLO CANAVESE – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta indirizzata ad Alberto Rostagno, candidato Sindaco della lista “Rivarolo rinasce con Rostagno” che Guido Novaria di “Alleanza per Rivarolo” ha inviato ai media.
“Caro Alberto, sono andato a rileggermi il volumetto “A che serve avere le mani pulite se si tengono in tasca” che riprende la frase di don Lorenzo Milani, da te citata,durante la presentazione del tuo simbolo elettorale. Come saprai, una delle scelte più forti di don Milani fu quella di usare come unico mezzo di comunicazione le lettere inviate non solo a conoscenti ma anche ai mezzi di comunicazione. Perciò, queste mie brevi considerazioni, utilizzando le potenzialità del web, raggiungeranno i media locali, ma anche chi è interessato alla Rivarolo del dopo 25 maggio.
In quel libretto, don Milani ripete spessissimo la parola coraggio. Quel coraggio che, mi pare, tu non stia dimostrando in questa delicata fase della vita politica rivarolese. Quel coraggio che ti è mancato quando, il 31 gennaio scorso, ti proposi le Primarie,come mezzo di confronto con chi aveva manifestato interesse ad impegnarsi in Comune, dopo la parentesi del commissariamento, trincerandoti dietro al presunto tempo scaduto e alla decisione che avrebbe preso il Pd.
Quel coraggio che ti avrebbe permesso di “smarcarti” da certe dichiarazioni isteriche più che politiche della segretaria del Circolo Pd rivarolese, Simona Randaccio.
Quel coraggio che ti dovrebbe far capire che qualcosa si è mosso in città, avvicinandosi la scadenza della presentazione delle candidature, al di là del gruppo di lavoro ospitato nel locale accanto al tuo studio medico, in corso Indipendenza 36.
Sabato scorso, nella sala Lux, avrai notato la presenza di un fronte – al quale tu appartieni – che vuole concretamente voltare pagina, discutendo, magari litigando, ma che non è per nulla preccupato di dividere posti e poltrone. Con un pizzico di coraggio in più, avresti potuto dire la tua sulla questione n’drangheta a Rivarolo: sarebbe stata un ottimo debutto specie perchè avvenuto “nella tana del nemico” come qualcuno che ti sta vicino, ha definito il convegno di sabato.
Altrimenti, caro Alberto,anzichè don Milani, il tuo modello rischia di essere quello di un altro “don” di manzoniana memoria: “Abbondio, non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s’era dunque accorto, pria quasi di toccar gli anni della discrezione, d’essere , in quella società come un vaso di terracotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro”.
Guido Novaria
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