RIVAROLO CANAVESE – Il gruppo parlamentare del Movimento 5Stelle ha presentato, lo scorso 20 dicembre, un’interrogazione a risposta scritta ai Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, redatta con la collaborazione del M5S Rivarolo Canavese e il Comitato Non Bruciamoci il Futuro.
Nella premessa viene rimarcato, dopo un’accurata descrizione del caso della centrale a biomasse di Rivarolo, l’elevato numero di autorizzazioni alla realizzazione di centrali in Canavese, rilasciate dalla Provincia di Torino, entro un breve raggio di chilometri.
“… la Provincia di Torino – si legge nell’interrogazione – ha autorizzato nel solo ambito del Canavese (entro 20 chilometri di raggio da Rivarolo) le centrali a biomasse legnose di Cuorgnè, Torre Canavese, Lombardore, che si aggiungerebbero a quelle già operanti di Leinì, Castellamonte e Rivarolo Canavese; il fabbisogno di biomassa legnosa per alimentare tutte le centrali sopra elencate potrebbe ammontare a circa 200.000 t/anno, pari a circa 600 t/giorno; tali volumi appaiono del tutto inverosimili (a meno che si pensi di desertificare il territorio) e lascia crescere nella popolazione limitrofa la paura che ad un certo punto si possa ricorrere ad altri generi di biomasse, finanche ai rifiuti …”
Il Movimento 5Stelle, con l’interrogazione, non ha chiesto direttamente ai Ministeri di prendere provvedimenti circa la Centrale di Rivarolo (come si sarebbe potuto evincere dal comunicato stampa inviato ai media), ma di “stabilire dei parametri generali applicabili ai singoli territori, in base ai quali il numero di impianti a biomassa realizzabili in una data area in base al reale fabbisogno energetico del territorio ed alla effettiva disponibilità che lo stesso territorio può offrire in termini di materia necessaria e relativo utilizzo, anche in relazione alle normative sulla qualità dell’aria e preferendo comunque, ove possibile fonti rinnovabili meno impattanti.” E prosegue chiedendo “cosa intendano fare i Ministri interrogati, nell’ambito delle rispettive competenze, in merito alla evidente violazione da parte di queste tipologie di centrali – quindi in via generale – della direttiva 96/62 CE e del successivo decreto legislativo n. 155 del 2012 di recepimento, soprattutto alla luce dei recenti studi dell’OMS sul rapporto tra inquinamento atmosferico e salute umana che hanno indotto il Commissario europeo all’ambiente ad un riesame della politica dell’Unione europea sulla qualità dell’aria che presto si tradurrà in una normativa più stringente.”
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