martedì 19 Marzo 2024

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TORINO – A Palazzo Cisterna letti i nomi di 944 uccisi dalla criminalità organizzata

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TORINO – Novecentoquarantaquattro nomi letti uno per uno, per onorare la memoria di coloro che, dal 1893 ai giorni nostri, sono caduti per mano della criminalità organizzata, pagando con la vita l’impegno contro la mafia, la ‘ndrangheta, la camorra e i mille tentacoli della “Piovra”.

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La lettura dei nomi è stato il momento più emozionante della Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, celebrata a Palazzo Dal Pozzo della Cisterna, sede della Città Metropolitana di Torino.

“Il contrasto alle mafie parte dai piccoli gesti quotidiani. – ha sottolineato la Consigliera metropolitana Carlotta Trevisan, delegata ai diritti sociali e parità, al Welfare e alle minoranze linguistiche– Era doveroso che anche la Città Metropolitana desse un segnale nella direzione del contrasto alla criminalità organizzata. Per fortuna l’elenco delle vittime si ferma al 2015, ma si deve continuare a parlare di mafia, perché il fenomeno è ancora forte. Io arrivo da un territorio come quello di Rivoli, che ha fatto purtroppo notizia per l’operazione Minotauro. Le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di contrastare il fenomeno, ma tutti i cittadini hanno il dovere di osservare e denunciare situazioni sospette. Non bisogna avere paura di parlare e di denunciare”.

LA MAFIA NON UCCIDE PIU’, MA PROSEGUONO LE INTIMIDAZIONI

Come ha ricordato il Sindaco di Chieri, Claudio Martano, a nome dell’associazione Avviso Pubblico, nel solo 2015 in Italia si sono verificati ben 479 atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici: una media di 40 intimidazioni al mese, una minaccia ogni 18 ore, con un preoccupante incremento del 33% rispetto all’anno precedente. Il fenomeno coinvolge 17 Regioni, 79 Province e 266 Comuni. Nel 2015 ne sono state immuni solo Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige e Umbria.

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Un significativo contributo nella lotta alle mafie può venire dalla normativa contro la corruzione e dai Piani anticorruzione che tutti gli Enti locali sono tenuti ad adottare: lo ha ricordato il Direttore generale della Città Metropolitana di Torino, Giuseppe Formichella, che ha fatto riferimento al lavoro che l’Ente sta svolgendo in tal senso, sia al proprio interno che a sostegno delle amministrazioni comunali che devono analizzare il contesto ambientale in cui operano e adottare le misure indispensabili per prevenire le infiltrazioni della criminalità organizzata nella pubblica amministrazione.

PERSONAGGI ILLUSTRI E SEMPLICI CITTADINI: LA MAFIA NON GUARDA IN FACCIA A NESSUNO

La Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie viene organizzata da 21 anni il 21 marzo, primo giorno di primavera. Nel 2017 la celebrazione principale in Piemonte è avvenuta a Verbania, ma nell’evento organizzato a Torino erano ugualmente rappresentate le associazioni “Libera”, “Avviso Pubblico” e “Agende rosse”, insieme ad amministratori pubblici (in particolare le Consigliere metropolitane Carlotta Trevisan e Anna Merlin)e dipendenti della Città Metropolitana. Tutti insieme nel cortile d’onore di Palazzo Cisterna per leggere un elenco di nomi illustri, come quelli del detective italo-americano Joe Petrosino, del capo della Squadra Mobile della Questura di Palermo Boris Giuliano e del collega Antonino Cassarà, del Presidente della Regione Sicilia Piersanti Mattarella, dell’onorevole Pio La Torre, del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa e della moglie Emanuela Setti Carraro, del Presidente dell’ENI Enrico Mattei, dei giornalisti Mauro De Mauro, Mauro Rostagno, Pippo Fava, Ilaria Alpi, Miran Hrovatin, dei magistrati Pietro Scaglione, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rosario Livatino, Bruno Caccia, Giangiacomo Ciaccio Montalto. Insieme a questi e a molti altri nomi che l’opinione pubblica ben conosce, sono stati letti anche quelli dimenticati o citati in poche righe dai giornali nelle pagine di cronaca. Perché la mafia non hai mai guardato in faccia nessuno e non fa distinzioni tra personaggi autorevoli e semplici cittadini, tra uomini, donne, anziani e bambini.

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