LORANZÈ – Proseguono i concerti de “Il Salotto culturale della Cicala” organizzati dall’Associazione LeMus. La rassegna dedicata “Alla scoperta delle donne compositrici” di settembre/ottobre 2024 ha la peculiarità di offrire, insieme ad esecuzioni di alta qualità a cura di artisti di fama nazionale, un contenuto artistico e storico raro, ai più sconosciuto, ma fondamentale per comprendere il ruolo che queste artiste hanno avuto nell’evoluzione culturale di un’epoca.
Così è stato con il concerto di domenica scorsa, 8 settembre, durante il quale le cinque musiciste (Clara Wieck, Pauline Viardot, Marie Jaell, Fanny Mendelssoh e Louise Farrenc) presentate ed eseguite non hanno mancato di sorprendere e affascinare il folto pubblico con la loro arte e le loro vite.
Ancora più interessante, perché frutto di una riscoperta a livello internazionale durata anni, è il prossimo concerto in programma domenica 22 settembre, sempre presso la Foresteria di Loranzè Alto, alle 18, con ingresso libero.
Un evento unico nel quale il pianista Andrea Rucli (già ospite del Salotto l’anno scorso con il Winterreise di Schubert) e la soprano Cristina Del Tin eseguiranno alcune composizioni di Ella Adaïewsky (1846 – 1926), un’eccezionale figura di compositrice, etnomusicologa, critica, operatrice culturale e donna incredibilmente emancipata per i suoi tempi.
Di Ella Adaïewsky (1846 – 1926), sebbene fosse stata un’eccezionale figura di compositrice, etnomusicologa, critica, operatrice culturale e donna incredibilmente emancipata per i suoi tempi, erano rimaste poche tracce della sua produzione e completamente obliate erano le sue composizioni musicali. È stata l’Associazione Musicale Sergio Gaggia di Cividale del Friuli (UD) a promuovere per prima una serie la sua riscoperta: dopo anni di studi e ricerche di respiro internazionale, oggi l’Associazione può vantare una serie di convegni e importanti pubblicazioni e registrazioni e soprattutto il merito di avere riscattato dall’oblio un’affascinante figura di compositrice, etnomusicologa, pianista ed intellettuale sanpietroburghese: Ella Adaïewsky.
Ella Adaïewsky visse per più di trent’anni in Italia tra Venezia e il Friuli (dal 1882 al 1911). Già pianista di corte dello zar Nicola – enfante prodige, fu considerata la migliore allieva di Adolph Henselt e prima donna ad aver concluso gli studi di composizione al Conservatorio di Pietroburgo – è esiliata con un vitalizio nel 1880, rea di aver composto due opere liriche celebranti la liberazione dalla schiavitù della gleba, retaggio feudale abolito pochi decenni prima in Russia con grande rabbia e danno economico dell’arcaico ceto nobiliare. Quasi pronte per la loro rappresentazione, le due Opere saranno strategicamente osteggiate e bloccate anche a Vienna e a Budapest, dove erano state proposte anche con la raccomandazione di Franz Liszt.
Appassionata sin da bambina alla musica del popolo, come etnomusicologa ante litteram applica praticamente nella ricerca la sua passione, raccogliendo ovunque sul campo una gran mole di canti popolari, con una metodologia che possiamo già definire moderna. Trova in particolare nel Friuli, dove passa tutte le sue estati, un territorio vergine, estremamente gratificante e ricco per la sua ricerca.
Il pregiudizio di genere che senz’altro limitò la sua carriera e la diffusione della sua musica è determinante nella causa del suo secondo esilio. Accusata di potenziale spionaggio anche per il suo atteggiamento eccentrico, la polizia veneziana la invita nel 1911 a spostarsi. Ella trova asilo come “dama di corte” a Segenhaus in Germania, dove sarà ospite fino alla sua morte, avvenuta nel 1926 della regina di Romania, a sua volta in esilio. Nel periodo italiano L’Adaïewsky abita quindi dal 1882 al 1911 a Venezia a casa della sorella Paoline, madre di Benno Geiger, significativo intellettuale e critico d’arte noto per aver valorizzato i pittori Giuseppe Arcimboldo e Alessandro Magnasco, anche scrittore (autore del libro Memorie di un Veneziano) e traduttore.
Il ruolo di operatrice musicale a Venezia di Ella Adaïewski fu estremamente significativo, dirigendo una corale femminile e fondando la Società del Quartetto, col preciso intento di diffondere anche in Italia la grande musica da camera, coltivata allora solo da pochissimi appassionati e dagli stranieri residenti nella nostra penisola. Collaborò per tutto il periodo italiano con la Rivista Musicale Italiana, con numerosi saggi, la cui raccolta, commento e traduzione sono stati al centro del volume antologico pubblicato nel 2021 dalla casa editrice LIM “Ella von Schultz Adaïewsky scritti sulla musica 1888 – 1925”.
Il concerto di domenica vedrà l’esecuzione, oltre ad alcuni brani vocali e per solo pianoforte, anche l’integrale dei suoi “24 preludi per pianoforte e voce” su testi di Benno Geiger, costruiti con la successione tonale dei preludi chopiniani e dei preludi e fuga bachiani., che la critica ha unanimemente valutato di massimo interesse storico e musicale
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