Dottoressa Hropich, sono abbastanza contenta della mia vita privata già di per sé eccezionale, ed anche fiera di essere sposata con l’amministratore delegato di una delle più grandi società italiane, ne sono orgogliosa ma, nonostante io conduca una vita serena, ho, ogni tanto, momenti di oppressione e malinconia osservando la società nei comportamenti e, quando ne parlo con mio marito che ha un incarico tanto importante, lui stesso dice che si rattrista, la serenità e la gioia, a volte gli vengono un pochino meno da quando assume incarichi importanti perché è sempre obbligato a fare di più e meglio di altri manager precedenti, si sente sotto pressione.
Le chiedo se solo io però provo questa sensazione di malessere interno verso la collettività (anche notando poi l’eccessivo stress di mio marito) mi sembra, a volte, di aver sposato un campione sportivo che deve sempre gareggiare e dimostrare il suo valore a tutti e, il suo stress, come è ovvio, si porta un pochino via la sua parte più gioiosa ed autentica (che è quella migliore, per me).
Mi sembra che il ruolo e la competizione generale si prendano qualcosa di mio marito.
Maria Grazia da Venezia
Il manager deve fare conti con la competizione (che crea stress) è inevitabile.
Mentre l’umanità (tutta) non riesce a vivere in armonia, il malessere di cui parli è generale.
Un grande fisico, teorico e divulgatore scientifico, durante una lezione disse: “La società si è costruita con le sue leggi, che non sono la conseguenza della società della biologia, sono le leggi dell’economia…”
Sono alcune parole del divulgatore Emilio Del Giudice, il quale ribadiva anche che la legge della biologia richiede la cooperazione. Mentre, la legge dell’economia, richiede la competizione (uno contro l’altro!)
L’economia fa business, vuole la gara, produce stress da competizione, non pensa assolutamente alla felicità di nessuno.
La competizione è l’opposto di ogni vera e duratura felicità, se io voglio essere più brava di qualcun altro, vivo la sfida ma non sarò più felice a lungo per questo.
Conosco persone che comprano una casa più grande anche per competere con il vicino, lo stesso che tanti fanno con le macchine, i cellulari, le vacanze di lusso già solo per potersi mostrare in foto ed essere invidiati in posti paradisiaci, ecc… ecc…
“Finché esiste un regime fondato sulla competizione tra esseri umani, il problema della salute e della felicità non potrà mai essere risolto!”
Continua sempre Del Giudice.
Anche io che che ho scritto il mio libro sulla felicità, mi trovo d’accordo con il prof. Del Giudice, tanto è vero che ho sempre affrontato l’argomento parlando di felicità individuale, mai di competizioni di nessun genere tra esseri umani, tanto care all’economia.
Ogni essere umano non riesce a vivere felicemente perché ognuno ha sempre il naso fuori la finestra per confrontarsi con qualcun altro ed è un atteggiamento incessante di tutti, ogni giorno, ci si alza la mattina anche per misurarsi con le fortune di qualcun altro, “l’erba del vicino”, sarà sempre la migliore, tutti lo fanno e, per questo, ci dimentica di sé stessi, ecco perché la società è tutta infelice”.
Con questo, non voglio dire che tu o tuo marito non abbiate diritto a tirar fuori la vostra parte migliore e gioiosa ma non potete cambiare la società, la competizione (di lui) si paga in termini di felicità e comunque, un importante manager come tuo marito, asseconda le pressioni dell’economia per cui vale il principio: “Vita tua, morte mia!”
Vincere è la sola cosa che conta oggi, non il partecipare.
Purtroppo, anziché unirci, noi umani, siamo diventati capaci di passare sopra il cadavere di chiunque, pur di primeggiare.
Tutto ciò riguarda la società, tu comunque goditi la tua vita, ammira i bei paesaggi e ritagliati spazi a contatto con la natura, con un cagnolino (?) o a caccia di nuovi orizzonti, estraniarsi dal continuo mondo competitivo, è un vero toccasana per te e tuo marito da ripetere spesso, anche a costo di trovarsi in campagna a mangiare seduti sull’erba in jeans o giocando con dei bambini innocenti che ci trattano non come il manager e la moglie ma come due normali compagni di gioco, tornare alla vita sana ed autentica, ogni tanto, come un rito, non fa affatto male, anzi!
Ti sei mai chiesta il perché l’umanità abbia iniziato da tempo ad amare gli animali? Le bestie non conoscono rivalità, competizioni e non obbediscono ai principi dell’economia!
Chiunque può scrivere un messaggio privato alla dottoressa Alessandra Hropich su questioni sentimentali, al seguente link:
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