IVREA – La Mostra guarda indietro, alle origini e ai contenuti che hanno fatto dell’Italia una Nazione libera e democratica, fondata sulla Costituzione che ex partigiani hanno saputo scrivere e che oggi ci salva da eventuali scelleratezze nostalgiche, visto il revisionismo storico rinato sull’onda euforica di sporadiche esternazioni.
Non si può dire che la Resistenza, o canzoni come “Bella ciao” siano divisive, perchè alla resistenza armata parteciparono uomini di tutti i ceti sociali, credenti e non credenti e di ogni appartenenza politica, anche monarchici.
Possiamo addirittura dire che Bella ciao sia un canto inclusivo adottato in varie parti del mondo, dove si combatte per la libertà, dove la resistenza è attiva contro ogni sorta di oppressione.
Questa mostra non si pone limiti di indagine sui vari momenti che hanno caratterizzato la lotta partigiana e vuole portare in rilievo anche la figura femminile che è sempre stata relegata in secondo piano.
Qui si vogliono ricordare le donne partigiane combattenti e anche le staffette che assolvevano ad un compito molto importante ma anche molto rischioso.
La libertà è stata pagata col sangue di molti e molte di loro.
Vogliamo anche ricordare alcune resistenze partigiane che sono attive oggi in un teatro bellico mondiale che si va, purtroppo, estendendo e che può portare alla catastrofe nucleare.
Le attuali voci partigiane della pace, in primis quella Pontificia, esortano i potenti a deporre le armi e al confronto dialettico, purtroppo rimanendo pressochè inascoltate.
Gli artisti Sergio Aiello, Bruno Barettini, Daniela Borla, Mimmo Craviotto, Gianni Depaoli, Alberto Drogo, Sergio Gatta, Stefano Greco, Tony Muroni, Brenno Pesci, Michele Privileggi, Gianmario Quagliotto, Carlo Re, Renza Laura Sciutto e Rita Scotellaro coltivano
la speranza, per il popolo italiano, di non dover tornare alle armi per difendere, ancora una volta, la libertà.
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