TORINO – Nella tarda serata dello scorso 4 aprile 2024 un detenuto straniero, ristretto al Padiglione B del carcere di Torino ha rifiutato di assumere la terapia sanitaria e ha appiccato un incendio al materasso e alle lenzuola del proprio letto barricandosi poi all’interno del bagno della cella detentiva. L’immediato intervento del personale di Polizia penitenziaria che è riuscito a portare all’esterno il detenuto responsabile dell’incendio e ad evacuare le aree detentive facendo defluire i ristretti verso i cortili, ha scongiurato ogni più grave conseguenza.
Purtroppo, in ragione del fumo intenso, quattro poliziotti penitenziari sono rimasti intossicati compresi due agenti in prova in attività di formazione all’interno della struttura e per i quali la norma vieterebbe qualsiasi impiego operativo o a diretto contatto con la popolazione detenuta.
A denunciare l’accaduto è l’O.S.A.P.P. (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) per voce del segretario generale Leo Beneduci che indica come “il carcere di Torino rappresenti uno degli esempi più tipici e drammatici della completa dissoluzione di qualsiasi organizzazione e risultato all’interno del sistema penitenziario italiano ad integrale discapito dell’utenza detentiva e del personale di Polizia penitenziaria sottoposto a continui rischi per la propria incolumità nonché a condizioni di servizio del tutto disumane. L’appello che continuiamo a rivolgere al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni per l’integrale revisione del sistema ha fino ad oggi riscosso l’assoluta assenza di attenzione e di correttivi – conclude Beneduci – e non vorremmo che l’emergenza in atto si trasformi prima o poi in vera e propria tragedia irreparabile.”
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