VALPERGA – Negli ultimi mesi, grazie a grandi prestazioni e risultati di alto profilo, lo sport del tennis si è preso le prime pagine di giornali e televisioni a livello nazionale ed internazionale, grazie alle strepitose prestazioni e vittorie dell’Italia in Coppa Davis e di quel Jannick Sinner che ha tenuto tutti svegli, solo poche settimane fa, per vederlo trionfare dall’altra parte del mondo. Imprese sportive che hanno riacceso i riflettori su di una specialità che è sempre stata nel nostro Paese capace di coinvolgere migliaia di appassionati di tutte le età. Anche nel territorio del Canavese, dove esistono circoli storici e pure gloriosi, nel quale oggi continuano ad esserci molti giovani che si approcciano a racchette e palline, la cosiddetta “onda lunga” di questi riscontri non può che fare bene al movimento. Lo conferma Stefano Guglielmetti, valperghese, maestro a livello nazionale, direttore tecnico del Tennis Club Laghi, che in una sua personale analisi su come stanno “andando le cose” ammette che ci sono tanti input positivi.
“Già la presenza, nelle ultime stagioni, delle Atp Finals a Torino ha alzato non poco l’attenzione sul nostro sport e messo parecchia curiosità, spingendo diverse persone ad “avvicinarsi” ai circoli, per provare oppure per tornare a giocare. La vittoria dell’Italia in Davis, il successo in Australia di Sinner si sono confermate ulteriore linfa, e questo non può che fare bene, perché sono un bel biglietto da visita”. Guglielmetti parla pure di un tennis che è molto cambiato negli ultimi anni, in particolare per coloro che inseguono il sogno/traguardo di arrivare a certi livelli: “Oggi il livello di allenamento e preparazione è sempre più alto. L’impegno, sia a livello di tempo, ma anche economico, per cercare di stare al passo con i migliori di questo sport, è elevato. Il tennis è uno sport che si è evoluto molto, i giocatori sono bravi su tutte le superfici sulle quali giocano e si gioca praticamente tutto l’anno. Insomma, ci sono stati dei mutamenti sostanziali ed arrivare è sempre più difficile. Però, allo stesso tempo, gli stimoli a fare meglio sono molteplici e la voglia di farcela è anche tanta”.
L’Italia è nazione che ha dato parecchio al tennis e può dare ancora moltissimo: “Certo, perché abbiamo realtà che preparano molto bene i giovani. Allo stesso tempo, anche chi è più grande e vuole praticare tale sport trova maestri ed istruttori preparati, perché c’è dietro un grande lavoro, studio e perfezionamento”. Anche il padel ha dato una mano, seppur si tratti di discipline diverse, a riavvicinare la gente al mondo della “racchetta”: “Subito dopo il covid è diventato veicolo di aggregazione. Devo dire che a sua volta ha fatto bene a tutto il movimento, perché c’è chi oggi viene al circolo per provare ad imparare a giocare a tennis”. Il futuro, anche in Canavese, di questo sport? “E’ fatto di socialità, di voglia di stare assieme e di divertirsi, non per forza partecipare a gare e tornei – conclude Guglielmetti – E’ bello, per esempio, vedere i giovani che animano i centri estivi, nei quali ci sono bambini e bambine, ragazzi e ragazze di tutte le età che si confrontano, si aiutano. Questa è una base importante sulla quale provare a costruire qualcosa, spinti anche dall’entusiasmo che le vittorie ad alto livello portano”.
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