SPORTIVI E… – Scuola Calcio, a Rivarolo si lavora tanto con i più giovani

SPORTIVI E… – Tutti i progetti sportivi, indipendentemente dalla disciplina, per stare in piedi, raggiungere i traguardi preposti e continuare nel proprio percorso di crescita hanno bisogno di basi solide. Questo è palese, perché affinché il tutto “rimanga in piedi” si deve avere a disposizione delle “fondamenta” che siano capaci di reggere il peso di società e compagini che hanno numeri importanti.

Il calcio sottostà pienamente a tale regola, con i club che da anni lavorano sodo a livello di “vivaio”, puntando in maniera decisa su quella Scuola Calcio che rappresenta il primo vero passo da compiere per chi vuole praticare questo sport, pure in prospettiva agonistica.

Ecco, allora che si investe in allenatori ed istruttori sempre più preparati, si creano organigrammi dove si tengono conto di ruoli anche nuovi, si opera affinché ci siano il numero di strutture necessarie ad ospitare le diverse squadre, ma si lavora pure sulla parte psicologica e comportamentale, perché è qui che si “forgiano” gli uomini e le donne di domani.

Tra le realtà che portano avanti questo “credo” c’è la Rivarolese, che cura con particolare attenzione il settore dedicato ai più piccoli. Le varie caratteristiche sopra descritte, infatti, sono tutte tenute ampiamente conto dal club granata, il quale oggi conta, per ciò che concerne il Settore di base, la bellezza di 180 tesserati.

“La nostra società è impegnata in maniera costante nella crescita della propria Scuola Calcio – dice Alan Audo Gianotti, una delle colonne di questa “sezione” del sodalizio canavesano – il tutto pensando alla qualità, non tanto alla quantità. Cerchiamo, grazie alla presenza di uno staff preparato, di mettere a disposizione dei bambini e dei ragazzi che frequentano i nostri campi tutto ciò che è possibile affinché possano, prima di tutto, divertirsi, ma anche maturare sotto l’aspetto fisico, comportamentale e sociale”.

Perché assieme a famiglia e scuola, lo sport è veicolo determinante nella formazione dei più giovani: “Vogliamo, infatti, di curare ogni aspetto – prosegue Audo Gianotti – Non basta solo insegnare la tecnica, che è comunque importante se si vuole giocare a calcio: bisogna per esempio lavorare sulla motricità, sul rapporto con i compagni, gli allenatori ed i dirigenti, ma anche con ciò che sta al di là della rete”.

Non a caso, il rapporto tra società calcistica e genitori è parecchio considerato e va curato: “Bisogna che ci siano dei paletti definiti, perché comprendiamo a pieno che vi sono delle dinamiche da gestire. Io ho giocato a calcio prima ed a basket poi, mi sono riavvicinato al mondo “pallonaro” seguendo mio figlio, per poi entrare a far parte della società e ad appassionarmi sempre più al ruolo che ricopro. Dialogo con i genitori assolutamente sì, ma certe cose devono essere chiare e precise sin da subito, sia da una parte che dall’altra”.

La stagione 2024 si è appena aperta: progetti e iniziative in corso d’opera ce ne sono già parecchi. “La Rivarolese sta organizzando come sempre eventi, tornei e manifestazioni che permettano ai propri ragazzi di esprimersi al meglio. Giocare, divertirsi, fare sport sono cose fondamentali. Poi, inutile nasconderlo, il lavoro di questa “base” è proiettato sempre più verso un futuro nel quale questi bambini andranno ad alimentare sempre più il serbatoio della prima squadra, dove già molti giovani del nostro vivaio stanno trovando via via posto”.