ROCK OF AGES – Anche l’Italia è patria del buono e sano heavy rock

ROCK OF AGES – Nelle diverse puntate di “Rock Of Ages” nelle quali abbiamo trattato l’argomento della musica robusta a livello internazionale, abbiamo sempre inserito un video dedicato al nostro Paese.

L’Italia, infatti, nonostante sia spesso bistrattata, per ciò che concerne la scena dell’hard rock e dell’heavy metal, in realtà ha sempre offerto molti spunti interessanti. Purtroppo, però, in quella che viene definita la patria del “bel canto” questo filone non ha trovato fortuna. Anzi, molte band ed artisti di livello hanno dovuto spesso arrendersi di fronte all’indifferenza non tanto dell’odiens, ma soprattutto di un mercato discografico che non ha mai visto in questo genere una “commerciabilità” adeguata.

Detto, fatto, molti gruppi nostrani hanno trovato più apprezzamento al di là dei confini tricolori, finendo per vendere molto di più all’estero, diventando pure band di culto. Ed anche ora, negli anni 2000, dove continuano ad esserci realtà quotate, è più facile vederle esibirsi di fronte a migliaia di spettatori nei festival tedeschi, francesi o anche americani piuttosto che sul suolo italico.

Tra le proposte che potrete trovare nella nuova puntata trasmessa su On Tv Web vi sono alcune delle band seminali che hanno segnato la storia del rock duro “made in Italy”, nomi come quelli della Strana Officina, dei Vanadium, ma anche dei Death SS.

Lacuna Coil e Rhapsody on Fire, per citare altri esempi, sono quelle formazioni che negli ultimi decenni hanno davvero raccolto fans in tutto il pianeta, attraverso due generi diversi, ma nei quali le capacità di questi artisti sono espresse in maniera perfetta e lineare.

Per chi ama un sound ancora più robusto che dire degli Extrema e degli In.Si.Dia, che fanno del thrash metal il loro marchio di fabbrica, mentre se si ricerca melodia e suoni più “facili” allora Elektradrive (con 40 anni di carriera) e Lionsville (più recenti ma non meno efficaci) sono delle proposte perfette.

Il power metal con venature progressivo è il “pane” dei Drakkar, folk e metal si fondono invece nelle note dei Furor Gallico, mentre i Labyrinth ci immergono in una proposta che spazia tra tecnica, potenza e melodia.

Spazio all’allegria ed alle scanzonate canzoni dei Nanowar Of Steel, che seppur suonando seriamente (nel senso qualitativo) alla fine amano prendere e prendersi in giro, mentre occhio ai Kalidia, formazione relativamente giovane, dalla splendida voce femminile.

Infine, un po’ amarcord “made in Canavese”, con i Brokeglazz, che 30 anni fa hanno saputo ritagliarsi uno spazio importante nella scena tricolore, ma la fortuna, purtroppo, non è stata dalla loro parte…

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