Luci ed ombre. Sono quelle che, dopo un analisi dei dati relativi al 2023, la Cia Agricoltori italiani del Piemonte hanno registrato nell’ultima annata agraria. Tra le prime, però, ci sono segnali che devono incoraggiare il comparto e, allo stesso tempo, confermano che si sta facendo un grande lavoro al fine di mantenere alta la qualità.
Tra le cose positive, senza dubbio, c’è il cosiddetto “brand Piemonte”, il quale sta ottenendo sempre maggiori consensi, non solo in Italia, ma anche nel mondo, diventando quindi un’eccellenza che va difesa a spada tratta.
Naturalmente, non mancano però le problematiche, come sottolinea il presidente regionale di Cia, Gabriele Carenini: “L’elemento di maggiore positività riguarda l’affermazione del “brand Piemonte”, che nel settore agroalimentare miete sempre più consensi in tutto il mondo. Per contro, l’agricoltura della nostra regione continua a pagare a caro prezzo lo spropositato aumento del costo delle materie prime e del carburante”.
Il numero uno dell’associazione di categoria sottolinea pure altri aspetti: “Sul piano della produzione in genere vengono rilevate delle riduzioni quantitative, in buona parte dovute agli effetti del cambiamento climatico, condizioni che tuttavia nella maggior parte dei casi hanno trovato compensazione sul piano della qualità”.
Ed è proprio quella della qualità è la strada da perseguire: “I nostri imprenditori agricoli hanno dimostrato di sapersi confrontare con l’Europa e con il mondo a testa alta – conclude Carenini – Il loro lavoro è pure una garanzia per la tutela del territorio, questo è sotto gli occhi di tutti e va riconosciuto dai decisori politici a ogni livello, perché senza agricoltura non c’è futuro”.
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