BOSCONERO – In Canavese si pratica davvero ogni tipo di sport. Appassionati di discipline considerate di nicchia non mancano nel nostro territorio, zona che tra l’altro sforna campioni in continuazione. A questa regola, non scritta, non sfugge neppure il tiro con l’arco, specialità che in realtà ha un buon seguito in queste lande e che in Italia, nel complesso, conta circa 40mila tesserati. Purtroppo trova poco spazio sui media nazionali, salendo per altro agli onori della cronaca solo nel periodo delle Olimpiadi. Ciò non toglie, come anticipato, che vi siano atleti ed atlete di alto profilo pure a due passi da casa nostra, capaci di imporsi a tutti i livelli, anche internazionali.
Tra questi c’è un bosconerese, che approcciatosi da adulto all’arco negli ultimi 30 anni ha inanellato successi, medaglie, podi e soddisfazioni a ogni livello, riempiendo una bacheca personale che ancora, puntualmente, si arricchisce di riscontri di alto profilo.
Si tratta di Ferruccio Berti, il quale oggi si divide tra le gare e l’insegnamento della disciplina, aiutando parecchi giovani ad arrivare sino in Nazionale. Ma come è nato l’amore per questo sport? “Per caso, passando davanti ad un negozio e vedendo, appunto, un arco. Con mio figlio ci siamo avvicinati quasi per scherzo ed intanto in me è cresciuta la curiosità: ho perciò preso “Pagine Gialle” e ho scoperto che esisteva una Federazione. Ho chiamato, loro mi hanno indirizzato verso la società a me più vicina ed a quel punto non mi sono, di fatto, più fermato”.
Dalle prime frecce scoccate negli anni ’90 ad oggi di acqua sotto i ponti n’è passata e Ferruccio ha vissuto bellissime esperienze: “Ho vinto in carriera una quarantina di titoli italiani, mi sono imposto a livello europeo e mondiale, ho vestito per diversi anni la maglia della Nazionale e ho avuto modo di viaggiare parecchio per le gare. Insomma, mi sono tolto diverse soddisfazioni, conoscere tanta gente, alimentare una passione che mi ha dato molto”.
E che continua a dare ancora oggi: “Quest’anno ho vinto un oro ed un argento nei tricolori, quindi diciamo che a 70 anni riesco a dire ancora la mia”. Per altro in uno sport che offre specialità diverse e che si pratica in tutte le stagioni: “Ci sono gare indoor come outdoor, prove classiche ed altre con sagome in 3 dimensioni, poste nei boschi. C’è davvero l’opportunità di sbizzarrirsi e di provare esperienze nuove, che alla fine sono tutte profondamente gratificanti”.
Attualmente in forza agli Arcieri di Volpiano, Berti, che ha vestito in carriera i colori di diversi club, grandi e piccoli nella sua trentennale carriera, adesso è pure un apprezzato istruttore e maestro: “E’ un ulteriore aspetto che mi piace molto – dice il bosconerese – Non nego che a livello agonistico ho voglia di mettermi ancora in gioco, ma poter trasmettere la mia passione ai giovani è bello. Ho avuto la fortuna di vedere tanti allievi vestire l’azzurro della Nazionale, quindi anche questo aspetto risulta stimolante. Tra i giovani di prospettiva c’è anche Noemi Schettino, mia compagna di squadra nel cosiddetto mix team, con la quale stiamo cercando di conquistare qualche altro bel piazzamento”.
Infine, domanda di rito: c’è ancora qualche sogno nel cassetto? “Sinceramente, sono riuscito a tagliare i traguardi che mi ero posto e quindi sono soddisfatto. Adesso vedere nuove leve che si avvicinano al mondo del tiro con l’arco è un altro riscontro a cui tengo molto, perché questo sport è davvero per tutti e per ogni età. Provare, per credere”.
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