domenica 1 Ottobre 2023

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CUORGNÈ – Ospedale: 61 Sindaci del territorio in conferenza per spiegare il NO all’area Montefibre (VIDEO INTEGRALE)

Le motivazioni a difesa dell'area Ribes sono state chiarite in modo esaustivo ; affilati e indiscutibili gli interventi

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CUORGNÈ – Dicono “no” i 61 Sindaci del territorio, firmatari del manifesto affisso nei giorni scorsi, alla scelta di collocare il nuovo Ospedale di Ivrea e Canavese nell’area ex Montefibre. E lo hanno ribadito durante una conferenza che si è tenuta lo scorso giovedì 7 settembre 2023, nell’auditorium dell’ex Manifattura di Cuorgnè.

Nello specifico i Sindaci e gli amministratori riguardano i Comuni di Alpette, Bairo, Baldissero Canavese, Borgiallo, Bosconero, Busano, Canischio, Castellamonte, Castelnuovo Nigra, Chiesanuova, Ciconio, Cintano, Colleretto Castelnuovo, Colleretto Giacosa, Cuceglio, Cuorgnè, Favria, Feletto, Fiorano Canavese, Forno Canavese, Frassinetto, Levone, Locana, Loranzè, Lusigliè, Noasca, Oglianico, Ozegna, Parella, Pavone Canavese, Perosa Canavese, Pertusio, Pont Canavese, Prascorsano, Pratiglione, Quagliuzzo, Ribordone, Rivara, Rivarolo Canavese, Ronco Canavese, Rueglio, Salassa, Salerano Canavese, Samone, San Colombano Belmonte, San Francesco al Campo, San Giusto Canavese, San Martino Canavese, San Ponso, Scarmagno, Sparone, Strambinello, Torre Canavese, Traversella, Valchiusa, Val di Chy, Valperga, Valprato Soana, Vialfrè, Vidracco e Vistrorio.

A aprire i lavori è stato il Sindaco di Cuorgnè Giovanna Cresto: “Mi è stato spesso consigliato di non espormi troppo a favore del sito Ribes, perchè la costruzione di un ospedale in una zona così vicina a Cuorgnè avrebbe potuto penalizzare il nostro ospedale, tuttavia in accordo con l’Amministrazione Comunale ho ritenuto corretto prendere una posizione e stare al fianco dei colleghi, perchè questa non può essere una scelta basata sugli interessi del singolo comune ma deve essere una scelta di territorio. Difatti, nonostante sia stata scelta l’ex Montefibre il futuro dell’ospedale di Cuorgnè è tutt’altro che roseo.” Il primo cittadino cuorgnatese ha precisato che per quanto concerne l’ospedale di Cuorgnè ha richiesto la convocazione dell’assemblea dei Sindaci, con la presenza dell’assessore Regionale Icardi atto a fornire risposte.

Al tavolo dei relatori, oltre al Sindaco Cresto, erano presenti il Sindaco di Levone, Massimiliano Gagnor, il Sindaco di Rivarolo Canavese Alberto Rostagno, il Consigliere di Valperga e medico in pensione, Sergio Bretti e il Consigliere e Capogruppo di Castellamonte Alessandro Musso.

Durante la conferenza è stata proposta una cronistoria della diatriba sulla location, (iniziata da Rostagno e proseguita con l’ausilio di slides da Gagnor) che ha portato poi la Regione a scegliere l’ex Montefibre contrariamente alle valutazioni fornite nell’iniziale studio di Ricerca e Sviluppo della Regione Piemonte, alle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nonché alle considerazioni emerse in sede di Conferenza dei Sindaci dell’Asl To4.

Bretti ha spiegato, tramite un video, la difficoltà e le tempistiche per arrivare all’ex Montefibre, considerando anche i camion che in questo periodo stanno intasando la Pedemontana; rimarcando il disagio di attraversare Ivrea, dando precedenza ai pedoni o passando sul pavè e dossi quando si è su un ambulanza magari con delle fratture. Il video ha poi offerto le immagini dell’area sorvolata con un drone ed evidenziando il poco parcheggio, l’area piccola (che obbliga l’ospedale ad avere un’espansione verticale con rischi d’incendio) e la Dora vicina. “Oltre alla passerella che secondo il Sindaco di Ivrea Sertoli permette di arrivare agevolmente all’ospedale: certo, ma non per le ambulanze che non posso passare di lì ma devono per forza percorrere l’anello di Ivrea”.

“Un ospedale nuovo – ha proseguito Bretti – nel 2023 non può essere costruito come nel 1957 come l’ospedale di Ivrea che è comunque composto da sei piani fuori terra, quattro sotto, totale dieci più due edifici uno per la radiografia e radioterapia e l’altro per il laboratorio e i magazzini e quello nuovo comprende tutto questo più altre aree, e non so come faccia a starci a Montefibre, sarà più piccolo di sicuro. Un ospedale nuovo deve avere almeno quattro ragioni di ingresso: urgenze e pronto soccorso; i pazienti ambulatoriali; la logistica (cibo ecc..) e il percorso sani e infetti di sicurezza. Deve essere espandibile per le nuove tecnologie, con possibilità di facili trasporti d’urgenza, accessibile con ampi parcheggi (disabili, anziani…), accreditabile e con protezione di incendi e vie di fuga. Inoltre a Montefibre non c’è posto per l’elisoccorso, l’unico modo è farlo atterrare sul tetto dell’ospedale ma ci sono due considerazioni: gli edifici alti che ci sono in zona e la polvere che entrerebbe dalle finestre aperte d’estate.”

Bretti ha poi portato qualche esempio, come il nuovo ospedale di Mondovì situato a metà strada con Ceva (dove già c’è un ospedale), e in due servono entrambi i distretti con circa 88mila abitanti, mentre quello nuovo canavesano dovrebbe servirne 200mila. “Noi siamo qui a battagliare per un ospedale in un posto sbagliato, vicino ad un fiume, in sviluppo verticale e neanche con idea di sicurezza né strutture adeguate. Concludo dicendo: per la sanità non devono esistere figli di un Dio minore.”

“Siccome il progetto dell’ospedale nuovo è stato sottodimensionato per farlo stare nell’area ex Montefibre, – ha dichiarato Musso – avevo chiesto all’Assessore Regionale Icardi come si sarebbero comportati per una futura espansione della struttura, e la risposta è stata “non ci sono problemi abbiamo valutato che in quell’area il nuovo ospedale sarà ampliabile per almeno 10 anni”. Dieci anni? Quindi un ospedale da 180 milioni di euro sulla carta adesso e che quindi quando lo faranno saranno poco poco 250 milioni di euro dovrebbe essere utilizzato solo per dieci anni? Vogliamo investire così i soldi pubblici? Poi ho chiesto se sono stati fatti degli studi e delle indagini visto che l’ex area Montefibre per anni ha ospitato attività chimiche, per capire se dovevano essere fatte delle bonifiche e il tecnico mi ha risposto che effettivamente non erano stati fatti perchè costavano troppi soldi e nel caso avessero deciso di individuare l’ospedale in quell’area poi l’avrebbero fatto. In ultimo – ha concluso Musso – ci hanno mandato un documento che non datato e non firmato che riguarda il nuovo casello autostradale dove si dice chiaramente che è stato dato mandato per quanto concerne lo svincolo a San Bernardo, e non che è stato scoperto che c’era in progetto il casello. È stato richiesto appositamente per fare alzare il punteggio a Montefibre. Nel documento si ritiene un costo di circa 25/30 milioni di euro ma non è ancora stato fatto alcun progetto di fattibilità né tecnico né economico. Non possiamo tollerare: stanno lavorando da anni, appena hanno visto uno studio vero ben fatto che diceva che il posto migliore e la zona Ribes, la Regione è riuscita a congelarlo per un anno, a ridimensionare il progetto e a inventarsi un casello autostradale. Oggi siamo qua per dire che la Sanità è un diritto di tutti non solo di quelli che vivono in centro ad Ivrea, e soprattutto per dire che la Regione in questo caso può fare quello che vuole ma che almeno non ci prenda in giro, perchè fessi non siamo.”

© Riproduzione riservata

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