PIEMONTE – La frana di domenica sera nel comune francese di Freney, non troppo lontano da Bardonecchia e dalla Valle di Susa ha portato sin da subito alla chiusura del tunnel del Frejus ai mezzi pesanti, oltre che alla linea ferroviaria, e ha visto il loro dirottamento sull’autostrada Torino-Aosta (quasi 4000 quelli transitati), in direzione Monte Bianco.
Una situazione delicata quella della viabilità transfrontaliera messa ancora più a disagio dall’imminente chiusura del traforo del Monte Bianco, previsto per la settimana prossima, per permettere la realizzazione della seconda canna del Monte Bianco. A tal proposito è di questa mattina la telefonata tra il Presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e la Presidente della società italiana per il Traforo del Monte Bianco, Emily Rini, con al centro del confronto le ricadute attese in Piemonte, alla luce della chiusura del tunnel del Frejus ai mezzi pesanti, oltre che della rete ferroviaria.
“Le notizie odierne, che prospettano l’allungamento dei tempi di ripristino della frana in Francia, e quindi della completa riapertura del Frejus, meritano particolare attenzione alla luce della prevista chiusura del tunnel del Monte Bianco. Per questo ho avuto un confronto con la presidente Rini: la frana in Francia e le ricadute sulla circolazione in Piemonte confermano ciò che il Piemonte sostiene da tempo, ovvero la necessità, non più rinviabile, di realizzare la seconda canna del Monte Bianco. Della questione si sta occupando anche il ministro Tajani che porrà il tema alla sua omologa francese in occasione di un incontro già previsto giovedì a Toledo” ha spiegato Cirio.
“Stiamo monitorando la situazione insieme alla parte francese per trovare una soluzione, alla luce degli ultimi eventi. Quello che è accaduto in questi giorni dimostra la fragilità del sistema degli attraversamenti transfrontalieri e l’urgente necessità di trovare soluzioni condivise” ha aggiunto la Presidente Emily Rini. Di fatto, se il Frejus non dovesse riaprire ai mezzi pesanti entro lunedì, è sul tavolo l’ipotesi del rinvio della chiusura per i lavori del tunnel del Monte Bianco, prevista dal 4 settembre per 15 settimane.
Una soluzione che pare comprensibilmente la più adatta, visto il caos che si è scatenato in soli due giorni: la statale 26 sta vivendo forti disagi, che aumenterebbero ancora di più nel caso di chiusura del traforo, e l’autostrada A5 Torino-Aosta è totalmente intasata. Come ha comunicato l’Ativa, società che gestisce la tratta, sono tanti i tir che vengono fatti uscire a Ivrea per poi riprendere il viaggio verso la Francia passando da Quincinetto.
Anche la circolazione ferroviaria sta subendo difficoltà: rimane sospesa tra Modane e Chambéry e i treni alta velocità Milano – Modane – Parigi sono stati cancellati fin da domenica sera. Si stima di riaprire la tratta entro qualche giorno, ma non ci sono certezze e lo stop potrebbe anche arrivare a una settimana, visto che la società ferroviaria francese Sncf non è ancora stata autorizzata a recarsi sul versante ancora a rischio distacco. «Appena sarà fatta la diagnosi geologica inizieranno i lavori in emergenza di ripristino e sgombero delle rocce e dei fanghi» fa sapere Paolo Foietta, presidente della commissione intergovernativa Italia-Francia per il collegamento ferroviario Torino-Lione.
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