LOMBARDORE – Il parco fotovoltaico previsto in parte su Lombardore e in parte su San Benigno fa un passo avanti. Il 14 giugno scorso la Città Metropolitana, facendo proprie le osservazioni mosse dai vari ministeri, ha avviato la Conferenza del Servizi, alla quale parteciperanno tutte le parti in causa. Un passaggio che in pura linea teorica lascia le porte aperte a varie possibilità, ma che in realtà è l’ennesimo capitolo di una storia destinata ad avere un’unica conclusione: il parco fotovoltaico si farà, con buona pace di associazioni, agricoltori e cittadini che a vario titolo avevano espresso la loro contrarietà all’impianto. Si farà, come del resto era stato chiaro a tutti quando anche il Ministero aveva dato il suo benestare.
Alla conferenza dei servizi siederà anche l’Amministrazione comunale, che porterà la sua posizione, per altro già ampiamente nota. Una posizione che da un lato è di contrarietà ai pannelli («…confermare la volontà di questa Amministrazione di non essere favorevole alla realizzazione di detto parco fotovoltaico, il cui provvedimento autorizzativo è di competenza del Ministero della Transizione Ecologica», recita la delibera approvata dalla Giunta) e dall’altro si presenta al tavolo con “la lista della spesa”, cioè con le opere di compensazione che dovranno atterrare sul territorio a fronte della realizzazione del parco. Compensazioni avanzate dalla ditta proponente e rimodulate dal Comune secondo le proprie esigenze.
Vale a dire l’installazione del fotovoltaico sulle strutture comunali: «…che deve avere una potenza minima di 100 Kw, con accumuli, e compresa la successiva creazione della Comunità energetica a servizio della cittadinanza»; la realizzazione di un parco / giardino pubblico sul territorio (a patto che l’Amministrazione ne abbia sia la necessità, sia le risorse per il suo mantenimento) con piantumazione di alberi di alto fusto per un importo complessivo pari a 40mila euro, e la donazione di una navetta elettrica a servizio della popolazione per raggiungere le aree di interscambio e i servizi non presenti sul territorio, o in alternativa garantire un servizio analogo per almeno 10 anni.