domenica 10 Novembre 2024

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TORINO – Sequestri per oltre 3 milioni di euro

Cautelati 71 immobili, 6 terreni auto e denaro per oltre 900 mila euro. Tra gli immobili confiscati un appartamento dal valore di oltre un milione e 100 mila euro, sito in una rinomata zona residenziale di Napoli

TORINO – La Guardia di Finanza di Torino, con il coordinamento della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Torino, hanno dato esecuzione a una sentenza, emessa dalla citata Corte piemontese, che ha confermato, in appello, la confisca delle disponibilità patrimoniali degli appartenenti a un sodalizio criminoso dedito alla perpetrazione di molteplici delitti tributari, anche fraudolenti e a carattere transnazionale. L’attività ha consentito di sottoporre a vincolo definitivo, in favore dello Stato, un compendio patrimoniale dal valore complessivo di oltre 3,3 milioni di euro, composto da 71 unità immobiliari [situate nei Comuni di Napoli e San Giorgio a Cremano (NA)], 6 terreni (nelle province di Torino e Napoli), un’AUDI Q3 e denaro per oltre 900 mila euro, depositato su diversi rapporti finanziari.

La medesima sentenza ha anche confermato la responsabilità penale dei destinatari della confisca, condannati poiché facenti parte di un’associazione per delinquere risultata operante nel territorio piemontese e artefice di un’articolata frode “carosello” all’I.V.A. nel settore del commercio all’ingrosso di metalli non ferrosi, la cui esistenza era stata disvelata nel corso delle investigazioni esperite dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino.

Il sistema fraudolento posto in essere dagli autori degli illeciti sfruttava il particolare meccanismo di applicazione dell’I.V.A. per le operazioni commerciali in ambito unionale, che esclude la detrazione del tributo in caso di acquisto effettuato da un fornitore dell’Unione europea. Per consentire all’impresa acquirente di fruire, anche in tali casi, della detrazione dell’imposta, veniva “fittiziamente” interposto un soggetto italiano nell’acquisto dei beni tra il venditore con sede in un altro Stato dell’Unione (reale cedente) e l’effettivo cliente residente in Italia. Quest’ultimo riceveva “fisicamente” la merce dall’operatore unionale ma “cartolarmente” la acquistava da una società “cartiera” con sede nel territorio nazionale, la quale emetteva una fattura con I.V.A. senza però mai versarla, così consentendo all’acquirente beneficiario della frode di detrarre indebitamente l’imposta.

Nel caso specifico, la peculiarità della frode accertata era stata quella di interporre fittiziamente ulteriori società estere tra il reale fornitore straniero e le società “cartiere” italiane, con la specifica finalità di rendere ancor più complessa la ricostruzione delle reali operazioni commerciali.

La “frode carosello” così realizzata favoriva, in definitiva, grazie all’omesso adempimento degli obblighi dichiarativi e di versamento delle imposte da parte delle società “cartiere”, i destinatari finali delle merci (riconducibili ai membri dell’organizzazione per delinquere), che erano in grado di praticare alla clientela prezzi concorrenziali in virtù del mancato sostenimento, di fatto, dell’onere finanziario dell’I.V.A..

Le condotte fraudolente erano state realizzate con il coinvolgimento di ben 36 società, sia italiane sia estere, risultate essere fittizie (prive di dipendenti e di qualsiasi struttura organizzativa) e gestite, di fatto, attraverso un unico ufficio, sito in Torino, le quali avevano emesso fatture per operazioni inesistenti per circa 100 milioni di euro, evadendo l’I.V.A per oltre 21 milioni di euro.

Nel corso delle indagini erano stati, tra l’altro, sequestrati beni mobili, immobili e attività finanziarie nella disponibilità degli indagati, i quali, a seguito dell’esecuzione della sentenza della Corte d’Appello di Torino, sono stati ora sottoposti a confisca definitiva.

Tra gli immobili confiscati risulta di particolare pregio un appartamento, dal valore di oltre un milione e 100 mila euro, sito in una rinomata zona residenziale di Napoli, formalmente intestato a una società inglese ma riconducibile a uno dei promotori delle frodi fiscali, residente nel capoluogo campano.

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