LOMBARDORE – Da un lato la passione per la storia, dall’altra una scatola, ereditata da nonno Antonio, con dentro i ricordi di una vita. Una scatola dimenticata in un angolo, fino a quando il nipote, Matteo, ha deciso di aprirla e vedere cosa conteneva. E con la scatola gli si è aperto un mondo. O meglio, una storia. La storia, appunto, di nonno Antonio: militare negli anni della Seconda Guerra Mondiale, e dall’armistizio in poi prigioniero in un campo di lavoro tedesco per essersi rifiutato di proseguire il conflitto a fianco di fascisti e nazisti.
E da quella scatola, da quei ricordi, la voglia di saperne di più e poi di raccontare quella storia a chi di quella storia, e di tante altre storie simili, ancora poco ne sa: i bambini delle scuole. È iniziata così l’avventura di Matteo Papagni: un viaggio nella storia recente da arricchire sempre con nuovi dettagli e nuovi particolari, e poi cercare il modo di raccontare quella storia ai più piccoli: «Che forse è la parte più difficile – ammette – È un periodo di cui, comprensibilmente, sanno troppo poco, ma è anche un periodo oscuro, che bisogna provare a raccontare nel modo giusto, addolcendo le parti più violente e crudeli perché possano capire la drammaticità di quegli anni senza però essere turbati da fatti che ancora oggi, a decenni di stanza, turberebbero anche gli adulti». E se all’inizio la storia da raccontare era solo quella di nonno Antonio (una storia, per quanto drammatica, con un lieto fine), in occasione del 25 aprile alla figura, reale, di Antonio si è affiancata anche quella di nonno Libero.
Una figura inventata ma ispirata alle vere gesta dei partigiani, protagonisti della guerra di Liberazione. Anche perché, cerca oggi, cerca domani, una sorta di nonno Libero nella vita di Pagani esiste davvero: «Solo recentemente sono venuto a conoscenza del fatto che un mio zio è stato partigiano – aggiunge – Sto provando a ricostruirne la storia: sono certo che anche questo sarà un bel tema da raccontare ai bambini». E intanto il “tour” di Papagni nelle scuole del territorio prosegue: dopo aver bissato l’incontro a Lombardore (il primo era stato in occasione della Giornata della Memoria, il secondo per il 25 aprile), nel sottoscuola, alla presenza dei ragazzi, degli insegnanti, della direttrice didattica e dell’Amministrazione comunale, le vicende di nonno Antonio e nonno Libero sono state raccontate anche a Rivarossa e prossimamente saranno narrate a San Benigno.
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