TORINO – Al Vanchiglia il numero sulla maglia conta quanto quello sulla pagella

TORINO – I precedenti sono illustri, specialmente oltre oceano. Il più famoso è forse l’allenatore americano di basket Ken Carter, che aveva imposto ai suoi giocatori di prendere almeno la sufficienza in tutte le materie se volevano continuare a giocare. La sua storia era stata talmente significativa da diventare anche un film, interpretato da Samuel Jackson.

Probabilmente la storia del “Vanchiglia”, una delle società calcistiche più prestigiose di Torino, non diventerà mai un film, ma di certo è diventata una notizia di cui molto si sta parlando. Tutto parte da una comunicazione indirizzata, la scorsa settimana, dalla società ai genitori dei giovani calciatori. Una comunicazione con la quale, in sostanza, si guarda alla crescita dei ragazzi da tutti i punti di vista: «L’attività scolastica e quella sportiva sono complementari nella crescita dei nostri atleti, pertanto vi chiediamo la possibilità di poter visionare le pagelle scolastiche del primo quadrimestre, con l’obiettivo di avere una conoscenza maggiore del bambino-ragazzo ed essere di supporto nel correggere e migliorare i suoi aspetti comportamentali evidenziati a scuola».

Di fatto una collaborazione tra società e famiglie per fare in modo che i ragazzi, e bambini, non solo diventino dei bravi giocatori, non solo assorbano i valori positivi che lo sport sa trasmettere, ma possano proseguire con profitto anche la loro carriera scolastica. Già, perché chi non va bene a scuola, guarderà le partite dalla panchina, o dalla tribuna. Di certo non dal campo, sul quale scenderanno solo coloro che hanno una pagella in ordine, e buoni voti (specialmente in condotta, dal momento che è importante sapersi comportare correttamente sul campo quanto è importante sapersi comportare correttamente anche nella vita). Una politica che ha incontrato non solo il favore delle famiglie, che possono contare su un “alleato” in più per garantire un percorso scolastico lineare e senza inciampi ai propri pargoli, ma anche all’opinione pubblica, che ha accolto con favore questa piccola, ma importante, innovazione.