TORINO – Spesso criticata, a volte a torto, a volta a ragione, la sanità piemontese è in grado, comunque, di raggiungere vette d’eccellenza e di conseguire risultati che suscitano ammirazione in tutto il mondo o quasi. L’ultima “vetta” arriva dalle Molinette di Torino dove, con un intervento lungo e complesso, è stata asportata da una paziente una massa tumorale del peso di 70 chili: più del peso della paziente stessa.
Paziente che, settimane addietro, aveva raggiunto il Pronto Soccorso accusando serie difficoltà respiratorie: e di questi tempi, con le difficoltà respiratorie c’è poco da scherzare. Vista la situazione preoccupante, la giovane donna è stata ricoverata, intubata e sottoposta a ventilazione meccanica. Ma dato il perdurare della situazione non rosea, i medici non hanno perso tempo, decidendo di intervenire d’urgenza: con una prima operazione il chirurgo Ezio Falletto ha aspirato circa 52 litri di materiale liquido. Pochi giorni dopo, superata brillantemente il decorso post operatorio, il secondo intervento, effettuato questa volta dal chirurgo Francesco Moro, che ha rimosso un cistoadenoma (una forma benigna di tumore delle ovaie dal contenuto liquido) di circa 25 chili. Una massa enorme, che si era diffuso nel corpo della ragazza arrivando a comprimerle i polmoni e, quindi, creandole difficoltà nella respirazione. Anche il secondo intervento si è svolto in maniera più che positiva, e dopo pochi giorni la paziente ha potuto lasciare l’ospedale e fare ritorno a casa.
In base alla letteratura medica, l’intervento effettuato a Torino non ha uguali al mondo: in nessun caso, infatti, si era proceduto all’asportazione di una massa tumorale di quel peso. «Un intervento che conferma l’eccellenza della sanità piemontese, e che ne ha messo in risalto la capacità di operare in regime di multidisciplinarietà, grazie all’elevata professionalità delle diverse equipes impegnate negli interventi – è il commento dell’Assessore regionale alla Sanità, Luigi Icardi – Mi congratulo con i singoli specialisti, i responsabili dei reparti e la direzione generale dell’Azienda Ospedaliera Città della Salute di Torino, grazie ai quali è stato possibile rivolvere in modo positivo una situazione di rara gravità e complessità».