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TORINO – Il Nursid annuncia esposto sulle linee di indirizzo per il controllo e gestione del boarding dei DEA

Si è tenuta ieri la conferenza stampa degli infermieri del Nursid che hanno affrontato le criticità e le difficili condizioni di lavoro dei DEA e dell’Emergenza Territoriale

TORINO – Si è tenuta ieri la conferenza stampa degli infermieri del Nursid che hanno affrontato le criticità e le difficili condizioni di lavoro dei DEA e dell’Emergenza Territoriale.

La Regione Piemonte ha inviato alle aziende sanitarie piemontesi le linee di indirizzo nazionali sul triage intraospedaliero, sull’osservazione breve e sullo sviluppo di un piano di gestione del sovraffollamento in pronto soccorso, approvate il primo agosto del 2019 dalla conferenza permanente Stato-Regione e la Deliberazione della Giunta Regionale del 16 aprile 2021, n. 7-3088, il Piemonte che le ha recepite, vincolando le ASR ad applicarle.

“Ci risulta che dal 2019 ad oggi, molte delle indicazioni previste dalle normative e dalle indicazioni nazionali e regionali non sono state recepite e soprattutto attuate dalle ASR. L’organizzazione delle varie realtà risulta essere inoltre del tutto disomogenea rispetto a quanto previsto. Come scrive la stessa regione nell’ultimo documento relativo al controllo e alla gestione del boarding ed inviato alle aziende con il vincolo di applicarle.

Il boarding e il sovraffollamento hanno conseguenze negative su diversi aspetti del sistema sanitario: per i pazienti peggioramento degli esiti, ritardi di valutazione e trattamento, aumento dei tempi di degenza, rischio di nuovo ricovero a breve termine, violazione della privacy, gradimento ridotto ed esposizione agli errori; per il personale sanitario mancata aderenza alle linee guida di buona pratica clinica, aumento dello stress e del burn out, aumento degli episodi di aggressione da parte degli utenti; per l’ospedale inefficienza del sistema, presa in carico in PS dell’attività inappropriata di gestione dei pazienti in boarding, aumento dei tempi di degenza in ospedale, ridotta attrattività e incremento di trasferimento/dimissioni del personale del PS. Peraltro l’attività di gestione dei pazienti in boarding assorbe un importante livello delle risorse mediche ed infermieristiche e su di essa devono essere coinvolte le diverse funzioni ospedaliere” dichiara Nursid.

Andando ad analizzare i tempi di attesa di ricovero nei pronto soccorso di Torino e provincia balza agli occhi questa tempistica: Ciriè e Ivrea da due a tre giorni; Chivasso da tre a sette giorni; San Giovanni Bosco, Maria Vittoria da due a tre giorni; San Luigi da tre fino a sei; Susa da uno a tre secondo la stagione; Rivoli da tre a cinque; Chieri due giorni; Carmagnola, Mauriziano da due a quattro; Molinette da 30 a 40 ore.

TORINO – Il Nursid annuncia esposto sulle linee di indirizzo per il controllo e gestione del boarding dei DEA

Nelle indicazioni della regione sono definiti inoltre i tempi standard, come indicazioni delle Linee di Indirizzo Nazionali su Triage-OBI-Sovraffollamento e della DGR Piemonte 7-3088 del 16/4/2021: tempo di attesa tra l’arrivo in PS e la registrazione in triage massimo 10’  minuti e tempo di attesa tra la registrazione e la prima visita medica secondo il codice di triage: codice 1 (rosso) nessuna attesa; codice 2 (arancione) massimo 15 minuti; codice 3 (azzurro) massimo 60 minuti; codice 4 (verde) massimo 120 minuti e codice 5 (bianco) massimo 240 minuti.

“Dai dati in nostro possesso e dalle informazioni ricevute dai colleghi che operano in questi importanti e fondamentali settori apprendiamo che i codici avente caratteristiche di urgenza sono generalmente rispettati, mentre lo sono molto meno gli altri che quasi sempre raddoppiano e/o triplicano. I tempi di rivalutazione del paziente in attesa di visita, inoltre, sono resi complicati dalle condizioni di sovraffollamento e non sempre possono essere rispettati. Queste due importanti funzioni sono garantite dal Triage, reso obbligatorio per quelle strutture con un numero di passaggi annui uguali o superiori alle venticinquemila unita, e individuato l’infermiere come figura preposta.

TORINO – Il Nursid annuncia esposto sulle linee di indirizzo per il controllo e gestione del boarding dei DEA

Senza questa funzione qualsiasi Dipartimento di Emergenza Torinese collasserebbe in meno di un’ora. Il numero di infermieri secondo quando stabilito dalla linee di indirizzo è calcolato in base al numero di accessi. Il numero indicato, in alcune realtà, non è garantito in tutti i turni di servizio. Per questa funzione, altri obblighi sono previsti e raccomandati alle quali le aziende sono tenute ad ottemperare, come ad esempio la presenza di personale amministrativo. Figura presente in poche realtà e che costringe l’infermiere di triage ad occuparsi di compiti impropri oltre a quello di fare da centralinista, occupandolo e distogliendolo dalle proprie funzioni” commenta il segretario regionale Nursid Francesco Coppolella che prosegue – “La presenza di pazienti in attesa di ricovero per molti giorni che si sovrappongono comporta un carico di lavoro che assorbe molte risorse di personale.

Sono parecchie decine di pazienti, anche gravi che necessitano di essere monitorati e assistiti. Spesso, in queste condizioni il rapporto infermiere paziente risulta essere preoccupante come quello per l’attività di OBI ( osservazione breve intensiva ) che risulta essere tre, quattro volte inferiore. La condizione di sovraffollamento e di forte criticità dei nostri pronto soccorso sono armai da considerarsi condizioni di normalità e non di eccezionalità. L’estate porta “l’emergenza caldo” come l’inverno si accompagna a quella del freddo: siamo in perenne stato emergenziale.

Prendiamo inoltre atto che i tentativi di ampliare la recettività delle strutture a valle senza diminuire il flusso dei bisogni a monte non produce risultati soddisfacenti. L’utenza prende d’assalto il sistema 118 e i Pronto Soccorso perché sono le ultime cattedrali nel deserto, prive di orari di apertura e chiusura. Dopo tutti i finanziamenti dello stato per il potenziamento dell’assistenza domiciliare e dell’introduzione dell’infermiere di famiglia ancora non sappiamo che fine abbiano fatto nonostante e da due mesi che lo abbiamo chiesto alle aziende. Nel mese di luglio del 2022 si è registrato un incremento del 25% sui carichi di lavoro delle centrali operative.

Circa mille chiamate al giorno con un picco che supera le milleduecento il 25 luglio 2022, un carico esorbitante. Parliamo di una situazione insostenibile per la sicurezza dei pazienti cui è impossibile garantire standard adeguati. Rispetto al mese di luglio 2020, nel 2022 si registra un incremento del 30% nel trasporto presso i DEA PS da parte del sistema territoriale. Continuando con le criticità, registriamo che ogni giorno nei nostri ospedali si verificano una aggressione verbale o fisica seguita da minacce ai danni degli operatori, nonostante la “tolleranza zero” che le norme vigenti richiedono alle aziende.

La Legge 113/2020 che prevede la procedibilità d’ufficio è ampiamente disattesa da parte delle direzioni aziendali che lasciano l’incombenza della querela al singolo. Se paradossalmente un soggetto provocasse danni materiali nella sala di attesa di un Pronto Soccorso, l’amministrazione procederebbe senza esitazioni per il risarcimento, cosa che si guarda bene dal fare quando ad essere aggredito è un dipendente. Vale più l’integrità di una sedia rispetto all’incolumità di un infermiere di Triage.

Parallelamente ad una situazione in via di peggioramento dobbiamo nostro malgrado prendere atto un considerevole aumento di situazioni che coinvolgono il personale in contestazioni disciplinari e giudiziarie. Non ultimo la condanna a otto mesi di reclusione per il collega del pronto soccorso del San Luigi. Per questi motivi abbiamo inviato un esposto alla Procura della Repubblica, affinché possa essere verificato che le norme, le linee di indirizzo, le disposizioni di carattere nazionale e regionale che abbiamo fornito, trovino applicazione nelle nostre ASR, ed accertare eventuali responsabiltà.

Dai dati in nostro possesso, riteniamo che le disposizioni previste non trovino applicazione e che questo costringa gli operatori ad operare in condizioni di forte criticità che mettono in pericolo la salute e la sicurezza dei cittadini. Non possono essere gli operatori a pagare il prezzo delle inefficienze. Abbiamo già fatto richiesta formale alle aziende di essere informati circa l’applicazione prevista dalle disposizioni nazionali e regionali ricevute. Auspichiamo in una risposta tempestiva ritenendo responsabile segnalare una eventuale impossibilità ad attuare quelle che sono le linee guida” ha concluso Coppolella.

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