ATTUALITA’ – Il Superbonus 110% continua a far parlare di sé. Fino a ieri imperversava la polemica rispetto al superamento della soglia massima stanziata dal Governo, ossia i 33,3 miliardi di euro contro i quasi 34 miliardi richiesti, oltre alla velata possibilità che tutto potesse rimanere bloccato a causa dello stop agli incentivi, con il rischio di lasciare a metà i lavori già iniziati senza possibilità di terminarli (soprattutto per i lavori in condominio e villette a schiera dove le ditte hanno dovuto anticipare diversi milioni di euro e potrebbero non ricevere tutti i soldi dal Governo).
Un barlume di speranza in più sembra arrivare dalla Commissione 10^ del Senato (industria, commercio e turismo) che ieri ha approvato la risoluzione n. 1205 impegnando il Governo ad attuare ogni opportuna iniziativa per risolvere il problema del blocco dei crediti edilizi. Una situazione a cui si è giunti in seguito alle misure introdotte nel 2022, dal Decreto Sostegni-ter e dagli interventi derivanti dall’applicazione del Decreto Semplificazioni-bis dell’anno scorso, che avevano cominciato a far aumentare il numero delle richieste di bonus. A ciò si è affiancata la modifica del meccanismo della cessazione del credito, con un grande blocco alle possibilità di cedere il credito maturato,da imprese e professionisti, a seguito dello sconto applicato in fattura. Uno stop che riguarda tutti i crediti, sia quelli già maturati e non ancora ceduti prima di gennaio 2022, che quelli relativi agli interventi successivi.
Una situazione davvero allarmante era stata anche già sollevata da CNA e dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili a causa delle imprese che si sono trovate con tanti crediti ma il conto corrente vuoto.
Proprio per questo il lavoro della Commissione 10^ del Senato, in ottemperanza alla conversione dei due importanti decreti legge (Decreto PNRR 2 e Decreto Aiuti), ha approvato la risoluzione n. 1205 impegnando il Governo ad adottare, in tempi estremamente celeri, ogni opportuna anche di carattere legislativo, volta a garantire le più ampie possibilità per le imprese del settore di operare nell’ambito degli interventi previsti dal Superbonus 110 per cento, in particolare rendendo funzionale e pienamente utilizzabile il meccanismo della cessione del credito, consentendo così lo sblocco dei crediti d’imposta presenti nei cassetti fiscali delle medesime imprese e ad ampliare la platea dei cessionari, prevedendo, tra l’altro, la possibilità per le banche e le società appartenenti a un gruppo bancario di cedere i crediti d’imposta derivanti ai propri correntisti corporate rientranti nella definizione europea di piccole e medie imprese, di cui al decreto del Ministero dello sviluppo economico del 18 aprile 2005, e anche valutando l’opportunità di coinvolgere Poste Italiane S.p.A. e Cassa depositi e prestiti.
La risoluzione è un chiaro atto ufficiale del Parlamento che il Governo deve tenere necessariamente in considerazione, ma è anche vero che più volte il Governo presieduto da Mario Draghi ha dimostrato la sua intollerabilità verso il superbonus e la cessazione del credito.
Ora non resta che attendere, prima di tutto, che vengano approvate le leggi di conversione dei due decreti legge. Leggi di conversione che, fino ad ora, il Governo ha approvato utilizzando il voto di fiducia, limitando il potere legislativo del Parlamento.
Ad oggi, purtroppo, l’unica certezza è l’imminente scadenza delle leggi di conversione appena citate.
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