mercoledì 23 Aprile 2025
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“COSA NE PENSI DELL’AUTOEROTISMO​?”

“Salve cara Alessandra, ho avuto una relazione sbagliata ormai finita, ora mi piace conoscere nuove persone attraverso i social, un uomo in particolare mi scrive ultimamente, lui ha una compagna ufficiale ma mi sembra scontento di lei e se ne lamenta spesso, ogni tanto mi scrive parole carine e sensuali e dice che mi vorrà incontrare un giorno, intanto mi ha confidato di provare piacere fisico solitario quando scrive a me in chat, Alessandra, so che non sei una sessuologa ma comunque cosa ne pensi? Forse al mio amico virtuale serve solo una donna per fantasticare oppure si allena in vista di un futuro nostro incontro? Tu che idea hai dell’autoerotismo? È per caso capitato anche a te qualche seduttore social da potermi dare tu qualche suggerimento?” – Isabella M. Da Ferrara 

Cara Isabella, da quando sono arrivati i social e  le chat, quasi tutti si presentano ormai nelle vesti di mariti tristi o uomini in procinto di lasciarsi, vedovi, in attesa di divorzio o in cerca dell’anima gemella oppure, single in cerca non si sa bene di cosa.

Esistono di sicuro i masturbatori compulsivi, gli occasionali, i pornofili, gli annoiati, i maniaci, ecc.

A me sono capitati e capita qualcuno ancora che vorrebbe iniziare la solita immaginaria love story social ma si tratta di persone che blocco subito. Immagina un uomo che non fa più sesso perché ha difficoltà dal vivo, in chat può descriversi però come un amante pazzesco, la chat aiuta a nascondersi. Nel periodo del lookdown, mi è capitato un signore che mi scriveva parole  cariche di sensualità. Mi raccontò la storia del suo matrimonio fallimentare e questo mi fu poi da altri confermato ma, quando lo conobbi di persona, mi trovai di fronte ad una sorta di vecchio zio e, il coraggio dimostrato in chat, era svanito del tutto di persona e le parole sensuali scritte servivano al mio amico social per procurarsi piacere fisico autonomamente. Incontrando poi di persona il mio amico virtuale, mi  accorsi della sua fragilità a dispetto delle scemenze che mi scriveva  nella chat ed il suo problema non era la moglie ma il fatto che avesse perso interesse erotico verso la compagna ufficiale e ciò lo si dimostra con  l’apatia sessuale, con il calo totale del desiderio e le disfunzioni erettili.

La conseguenza dell’apatia totale verso la moglie porta chiunque al tradimento e alla trasgressione sessuale.

Molte coppie stabili hanno difficoltà a mantenere una vita sessuale attiva a causa di conflitti edipici irrisolti, in molti casi infatti, la donna diventa, per l’uomo, la madre e viceversa.

In una relazione tra immaturi, la vita di coppia diventa una trappola noiosa.

Ho accennato al caso del mio amico virtuale perché rappresenta una realtà comune al giorno d’oggi: la fragilità dei vincoli affettivi e, a tal proposito, va detto che, prima di amare qualcuno, bisogna amare se stessi e il mio antico amico social non si amava affatto.

Dunque, come fai, Isabella a credere alle parole carine di un uomo che ti scrive ogni tanto?

Il parlare ultimamente di autoerotismo è diventato una moda, alcuni vip ammettono pubblicamente di praticarlo, magari per suscitare clamore. Cosa ne penso?

Sicuramente il “fai da te” va bene per chi ha gravi problemi di deambulazione e non potrebbe fare altrimenti. Ma un uomo che cammina e ricorre sistematicamente al sesso in autonomia seduto davanti al pc, ha problemi relazionali e/o disfunzioni di cui sopra.

Incontra quindi il tuo amico virtuale in un luogo pubblico ed inizia a vedere come si comporta di persona, in una chat, tutti si atteggiano ad amatori senza sosta.

La chat non può essere un mezzo abituale per praticare  il sesso in autonomia e per nascondere i reali problemi che andrebbero affrontati con uno specialista.

Leggevo che l’autoerotismo può  migliorare il rapporto di coppia perché ciascuno conosce in solitudine meglio il proprio corpo e i propri desideri,  maggio è oltretutto il mese del “fai da te” sessuale visto che si celebra in tutto il mondo, dal 1995, il “Masturbation on month”.

Se dunque la scienza sembra riconoscere dei benefici al “fai da te”, altrettanto non può dirsi per i tanti uomini che evitano sistematicamente la mogli (con cui hanno non di rado rapporti conflittuali), per affidare poi le loro fantasie sessuali interamente ad una chat, questo non significa vivere la vita di coppia ma soffrire di solitudine, in due.

Alla luce di quanto sopra, cara Isabella, se fossi in te, inviterei piuttosto il tuo amico virtuale a riflettere sul fatto che la solitudine di coppia è una sofferenza. Gli ricorderei (incontrandolo) che la percezione di avere accanto un partner lontano emotivamente può portare a disturbi depressivi e di ansia.

Ricordati, Isabella, che il desiderio di connettersi emotivamente appartiene a tutti noi, dunque non ritengo grave che un qualsiasi uomo si diletti ogni tanto con il “fai da te”, di autoerotismo non muore nessuno, si muore invece dentro quando ci si disconnette dai nostri bisogni emotivi e questo succede quando in una coppia manca il dialogo e l’ascolto, questo sì che deve destare preoccupazione.

posta cuore

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