CHIVASSO – Un chivassese illustre, Giuseppe Berruti. Il cui nome è legato indissolubilmente alla cura dei bambini e delle partorienti, e la cui figura è raccontata in un volume edito da Neos Edizioni, scritto da Giuseppe Busso, Libero Ciuffreda, Alessandro Comandone e Paolo Mussano, intitolato: “Giuseppe Berruti. Fondatore dell’ospedale Maria Vittoria di Torino. Primo ospedale in Italia dedicato alle donne e ai bambini”.
E già il titolo la dice lunga sull’importanza avuta nella storia della medicina torinese e non solo. Berruti nasce a Chivasso nel 1841. Segue le orme del padre, chirurgo affermato, e inizia ad esercitare presso l’ospedale civico chivassese. Qui si rende conto sin da subito delle condizioni disagiate e spesso drammatiche di tante famiglie e in particolare modo di tante donne, costrette a lavorare nei campi o nelle prime industrie manifatturiere anche negli ultimi mesi di gravidanza, e dell’altissima incidenza di mortalità infantile.
Dopo cinque anni si trasferisce a Torino, come assistente del professor Domenico Tibone, diventando poi docente in ostetricia e ginecologia, e legando il suo nome ad alcuni interventi all’avanguardia per l’epoca: è uno dei primi ad eseguire un cesareo a donne affette da rachitismo e ad applicare l’elettricità nella cura di alcune malattie utero – ovariche. Nel 1872 è tra i promotori della realizzazione, a Loano, dell’Ospizio Marino Piemontese, destinato alla cura dei bambini affetti da scrofolosi. L’esperienza maturata sul campo, e gli esempi con cui ha modo di confrontarsi nel corso dei suoi molti viaggi all’estero, lo convincono della necessità di realizzare, a Torino, un ospedale specializzato nelle malattie connesse al parto e dei bambini. Siamo nel 1879: il progetto trova il sostegno di Casa Savoia, di molti cittadini torinesi e di molti esponenti della comunità ebraica. La scelta cade su borgo San Donato, zona dove sono nate diverse industrie, specialmente dolciarie, e dove, all’incrocio tra l’odierna via Cibrario e corso Tassoni, si trova un appezzamento della famiglia Berruti.
Il progetto della struttura viene affidato all’ingegner Giuseppe Bollati, il progettista di piazza Statuto: i lavori iniziano nel luglio del 1883, e il 1° agosto di due anni dopo viene inaugurato il primo nucleo del Maria Vittoria, con tre padiglioni e dodici letti. Berruti si spegne il 15 aprile 1911. Il merito della riscoperta della sua figura va al lavoro di catalogazione delle opere del fondo librario di Renato Bèttica Giovannini, cui è intitolata la biblioteca della Pro Loco Chivasso “L’Agricola”. Chivassese, antifascista, partigiano, grande appassionato di libri, libero docente presso la Facoltà di Medicina dell’Università di Torino, nel 1958 viene assunto come segretario di redazione della rivista “Annali dell’Ospedale Maria Vittoria”, incarico che mantiene fino al 1987, trasformando la pubblicazione in un organo di studio della Storia della medicina.
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