TORINO – Quindici furti in pochi mesi all’Istituto Comprensivo di corso Vercelli

Dall’inizio dell’anno i malintenzionati hanno portato via risorse didattiche preziose, strumenti musicali, computer, tablet

TORINO – Quindici furti, dall’inizio dell’anno scolastico ad oggi. E nessuno può escludere che altri ce ne saranno in futuro. Dall’inizio dell’anno i malintenzionati hanno portato via risorse didattiche preziose, strumenti musicali, computer, tablet.

Hanno distrutto porte, scassinato armadietti, infranto vetrate, buttato all’aria quel che all’aria poteva essere buttato. La vittima è sempre la stessa: una scuola. L’Istituto Comprensivo di corso Vercelli. Una situazione esasperante, demoralizzante. Che ha colpito insegnanti e personale scolastico, e soprattutto la Dirigente Scolastica Rosaria Di Cara: «Un proverbio africano dice che “per far crescere un bambino ci vuole un intero villaggio”. Purtroppo, però, non mancano i cattivi. Che hanno impoverito gravemente i nostri studenti e danneggiato il lavoro degli insegnanti – spiega – Mi fa rabbia pensare a quanti progetti educativi e ricreativi avrei potuto realizzare con i fondi utilizzati per riparare i danni e ricomprare, dove possibile, il materiale rubato».

Non tutto, però, si può ricomprare. Perché chi approfitta di quei locali grande ed esposti, di quegli accessi in zone buie e deserte, non porta via solo pc o strumenti musicali. Porta via un pezzo dell’istruzione di quei bambini e di quei ragazzi, un pezzetto della loro vita. Del loro essere bambini e ragazzi. «E mi indigna profondamente – prosegue la dirigente – il fatto che, ancora una volta, a pagare le conseguenze siano i più indifesi, quei ragazzi che soltanto in classe avevamo la possibilità di usare gli strumenti che a casa non potrebbero permettersi». E sì, perché oggi la scuola non è solo quel luogo dove si impara a leggere, scrivere e far di conto. È un luogo dove le disuguaglianze si azzerano, dove tutti i bambini hanno le stesse possibilità e opportunità. Dove anche chi non ha un pc a casa ha comunque la possibilità impararne i rudimenti, e costruirsi un pezzo di futuro.

«Delinquenza e prevaricazione contro inclusione, uguaglianza e democrazia uno a zero – conclude la Professoressa Di Cara – Ringrazio i genitori dei nostri alunni, i ragazzi, gli abitanti del quartiere che, con varie iniziative, hanno sostenuto tutto il personale scolastico e la sottoscritta, perché hanno capito che la scuola è di tutti. È il nostro “villaggio”».

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