CASTELLAMONTE – La guerra in Ucraina ed i possibili scenari futuri del conflitto, con le sue ripercussioni, sono gli argomenti sviluppati da Domenico Quirico, giornalista, inviato di guerra ed esperto di geopolitica, ospite l’altra sera del Rotary Club Cuorgnè e Canavese ai Tre Re di Castellamonte.
“Per Putin lo scopo dell’attacco è tornare ad avere, attraverso la guerra in Ucraina, il riconoscimento di potenza globale, che ritiene gli sia stata sottratta nel 1989. L’unico interlocutore di Putin in questo contesto è Biden. Quello che vuole Putin è che Biden lo chiami per ridiscutere gli equilibri globali del mondo. Putin, Biden e il premier cinese. Una Yalta del terzo millennio perchè quella del secolo precedente è stata cancellata dal crollo dell’Unione Sovietica. “Ci ritroviamo e ci spartiamo la torta. Questo è mio, quello è tuo, quello è dell’altro”. E andiamo a creare delle zone intermedie in cui nessuno deve entrare e che serviranno come cuscinetto se a qualcuno viene in mente di invadere l’altro. La Russia ha bisogno come tutti i paesi che hanno spazi sterminati senza ostacoli fisici da superare, di avere delle zone cuscinetto dove poter rallentare l’eventuale invasione nemica e dargli il tempo di organizzare la difesa. Tutti i paesi dell’ex Unione Sovietica facevano parte di quei territori. Con la caduta dell’Urss sono diventati tutti indipendenti, Ucraina compresa. E questo non è più accettabile per la Russia.”

E ha aggiunto: “Contrariamente a quanto si legge, Putin non è certo in un delirio. E’ un mediocre ma estremamente lucido calcolatore. Il problema è che dall’altra parte, ovvero quella americana, il gioco è a specchio. L’Europa non conta nulla, ovviamente. Gli americani, appena usciti da una sconfitta epocale in Afghanistan, hanno intravisto nell’attacco all’Ucraina la possibilità concreta di restituire il favore. Usare l’Ucraina per indebolire la Russia. Almeno all’inizio. Successe già in Afghanistan quando l’invasore era l’Unione Sovietica”.
E ha concluso ventilando quello che è un serio pericolo. “Quello che la rende questa guerra pericolosa è che, diversamente dal passato, c’è il pericolo del nucleare. Durante la guerra fredda, eccezion fatta per la crisi di Cuba, l’uso della bomba non è mai stato in discussione. Usa e Unione Sovietica hanno combattuto diverse guerre nei decenni ma hanno sempre accuratamente evitato di mettere in discussione quella linea. Ora non credo che questo sia più vero. C’era molto più da fidarsi dell’apparato Urss di quanto ci si possa fidare di Putin. L’Unione Sovietica era uno stato dittatoriale e autoritario ma aveva un meccanismo di gestione del potere collegiale. Oggi il meccanismo autoritario della Russia di Putin è personale. Le decisioni che contano le prendono forse in due o tre persone. Non c’è una scala di scelta e questo può determinare il “perchè no” anche all’uso delle armi nucleari.”
