CANAVESE – Come era facilmente prevedibile, nemmeno la diffusione del verdetto dei tecnici chiamati a individuare il sito migliore per il nuovo ospedale dell’Asl To-4 ha placato discussioni e polemiche. E già c’è qualcuno che dietro le quinte prova a manovrare per sovvertire il risultato, anche screditando l’operato dei professionisti dell’Ires e dell’Asl stessa.
“La relazione tecnica non ha fatto altro che confermare quello che ragione e buonsenso indicavano già da tempo: l’area Ribes è in posizione migliore per servire l’utenza proveniente sia dall’Eporediese che dall’Alto Canavese – commenta il consigliere regionale Mauro Fava– Non lo è solo dal punto di vista logistico, ma anche in un’ottica di possibili ampliamenti e, soprattutto, per uno sviluppo orizzontale del futuro nosocomio. La pandemia ci ha infatti insegnato che le strutture organizzate per blocchi, in ampiezza, sono più facili da riorganizzare per isolare i pazienti potenzialmente infetti, impedendo la propagazione del virus.”
“Gli spazi più estesi per i fabbricati e i parcheggi, nonché l’ottima collocazione in rapporto alle infrastrutture viarie, rendono l’area Ribes di gran lunga il sito più idoneo, facilmente raggiungibile dai territori dell’alto Canavese e pure dagli abitanti di Ivrea e dintorni, senza i problemi di traffico derivanti da un posizionamento all’interno dell’area urbana – aggiunge ancora Fava – E’ molto più centrale di quella dell’ex-Montefibre, che difatti ha ottenuto dai tecnici un punteggio inferiore alla sufficienza. Oltretutto, bisogna sottolineare anche il fatto che l’attuale nosocomio di Ivrea non verrà in ogni caso demolito o dismesso, ma anzi continuerà a fornire tutta una serie di servizi”.
Sarà l’assemblea di palazzo Lascaris però a decidere sulla collocazione dell’ospedale nuovo.
“Ma io ritengo che la politica debba fare un passo indietro, quando si tratta di questioni eminentemente tecniche. Soprattutto se le decisioni possono impattare notevolmente sulla vita delle persone negli anni a venire – aggiunge Fava – Bisogna solo avere l’umiltà di accettare il responso emerso dallo studio e la consapevolezza del peso e della responsabilità legata al voto che si andrà a esprimere. Sarebbe davvero assurdo spendere decine di milioni di euro di denaro pubblico per realizzare un’opera attesa da decenni in un sito che non è sufficientemente adeguato. E questo solo per mere ragioni di campanile o di opportunismo politico. Se così dovesse essere, qualcuno dovrà assumersene a responsabilità. Oltretutto, bisognerebbe anche spiegare il senso di commissionare uno studio tecnico per poi gettarlo in un cestino. Infine, mi duole stigmatizzare il comportamento di chi ha voluto fare “figli e figliastri”, mostrando lo studio commissionato dalla Regione solo ad alcuni amministratori, casualmente eporediesi: una maniera di operare poco trasparente e non democratica da cui prendo completamente le distanze. Anche su questo aspetto attendo che qualcuno ci metta la faccia e si prenda le sue responsabilità”.
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